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Shakespeare nostro contemporaneo

Le opere del bardo continuano a ispirare gli autori di oggi. Come Tim Crouch (“Banquo”, regia di Fabrizio Arcuri) o “AmletOfelia” di Teatro Patologico. Angela Malfitano porta in scena un testo del premio Nobel Elfriede Jelinek, mentre in provincia di Torino si scopre il “teatro di stalla”. Infine, Marinella Anaclerio firma la regia di “Guerra” di Lars Norén

Fondatore e animatore del Teatro Patologico, appassionato indagatore dei rapporti fra creazione scenica e disturbi mentali, l’attore e regista Dario D’Ambrosi presenta fino a domenica 27 uno spettacolo inserito nel progetto di ricerca sull’Amleto che caratterizza la stagione del Teatro Franco Parenti di Milano: in AmletOfelia indaga la relazione fra i due personaggi – ma ne entra in gioco anche un terzo, la madre, interpretata dalla stessa attrice –  come un rapporto malato fra due maniaci depressivi, dove Amleto inevitabilmente uccide Ofelia annegandola nella vasca da bagno.

Premio Nobel per la letteratura nel 2004, l’austriaca Elfriede Jelinek è un’autrice che affronta temi “scomodi”, spesso sgradevoli con uno stile nervoso, ferocemente oggettivo, che attinge spesso a materiali della realtà quotidiana, discorsi pubblici, articoli di giornale. Al centro de La regina degli Elfi c’è una vecchia, grande attrice del Burgtheater di Vienna, Paula Wessely, compromessa col cinema di propaganda nazista, che nel momento della morte non vuole saperne di abbandonare il suo potere, e continua a parlare dalla sua bara-palcoscenico. A interpretarla è Angela Malfitano, da venerdì 18 al Teatro Oscar di Milano.

Non sono delle messinscene da seguire in maniera tradizionale, ma delle esperienze da vivere con curiosità le cinque serate di “teatro di stalla” che Claudio Zanotto Contino organizza da sabato 19 in una cascina di Cuceglio Canavese (To), con l’intento di ricreare le atmosfere delle antiche narrazioni contadine. Il progetto prevede quattro proposte teatrali e una promenade spactaculaire nelle campagne piemontesi con colazione al sacco e asini al seguito: i primi due titoli in programma sono Lettere dalle città bianche del gruppo Faber Teater, in cui Lucia Giordano racconta storie degli “orsanti” girovaghi che dalla Val di Taro si spinsero fino in Russia (il 19), e Il vangelo secondo l’asina – La natività di Luciano Nattino (il 20). Per informazioni, telefonare al 3396388826.

In Guerra, spietato dramma di Lars Norén, non si rappresenta un conflitto ancora in corso: la guerra, presumibilmente quella del Kosovo, o di un’ altra terra insanguinata dell’Est europeo, è già finita, lasciando la sua immancabile scia di sofferenze, distruzioni, macerie materiali e più ancora insanabili rovine morali. L’autore svedese porta lo spettatore nel cuore lacerato di una famiglia di sopravvissuti, segnata – come una tragedia classica – da violenze, misfatti, tradimenti. L’applaudita messinscena di Marinella Anaclerio è da martedì 22 all’Elfo Puccini di Milano.

Tim Crouch è uno dei più interessanti autori inglesi di questi anni, creatore di un teatro in cui emozioni spinte al limite della patologia si raggelano in una lucida scomposizione formale. Banquo, dedicato all’amico e compagno di battaglie che Macbeth fa assassinare, è un monologo mai rappresentato in Italia, e fa parte di un ciclo di cinque testi nei quali Crouch dà la parola ad altrettanti personaggi minori di Shakespeare, da Calibano a Malvolio. Lo interpreta Enrico Campanati con la regia di Fabrizio Arcuri, da mercoledì 23 al Teatro della Tosse di Genova.

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