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Si fa presto a dire lusso…

Sono molti i marchi della moda che si dichiarano brand del lusso, ma in realtà in pochi lo sono davvero. La maggior parte della maison, soprattutto italiane, fanno prêt-à-porter

Inflazionata e abusata la parola “lusso” è un’etichetta di cui tutti i marchi della moda hanno cercato di fregiarsi negli ultimi anni. In realtà, di vero lusso nel mondo delle griffe, quelle che abbiamo visto sfilare le scorse settimane, ce n’è una piccola percentuale. Sono pochi i marchi che possono ammantarsi di quest’etichetta.

Qual è la definizione secondo la quale possiamo definire un brand di lusso? Una delle caratteristiche fondamentali è sicuramente quella di avere solo una “prima linea” di abiti e accessori, posizionata nella fascia alta del mercato, in modo da non disperdere il proprio marchio in seconde e terze linee e in un fiume di licenze.

A fare scuola in questo senso è proprio Hermès, che è sempre stato un marchio coerentemente ancorato alla prima linea e non ha mai fatto collezioni collaterali e tantomeno licenze di alcun tipo. E come Hermès anche altri marchi come Chanel, Louis Vuitton, Gucci, Fendi, Dior, Prada. Tutti hanno una sola linea per non disperdere il valore del marchio.

Gran parte dei brand della moda, soprattutto quelli italiani, sono invece più che di lusso, marchi di prêt-à-porter, ovvero hanno una produzione suddivisa in prime, seconde, terze linee e licenze. Una strada seguita da Armani, Moschino, Trussardi, Cavalli e via di seguito.

Si tratta di una scelta in via di definizione da parte di molte aziende. Proprio nelle ultime sfilate a confermare la volontà di rimanere nella fascia alta del lusso, sono stati Domenico Dolce e Stefano Gabbana che hanno fatto sfilare per l’ultima volta D&G, la loro storica seconda linea. D’ora in avanti faranno andare in passerella solo la prima linea,  Dolce & Gabbana.

Succede invece il contrario per il marchio Versace, che negli ultimi tempi sta sempre più abbandonando la strada del “lusso” che praticava qualche anno addietro, quando si era ancorata sulla prima linea, a vantaggio delle seconde linee (da un paio di mesi ha chiuso la boutique dedicata alla prima linea in via Veneto a Roma e recentemente è stata lanciata a Pitti la collezione  bimbo).

Donatella deve proprio aver cambiato idea rispetto alla “religione del lusso” che seguiva fedelmente qualche anno fa. Infatti ha anche abdicato ad H&M. La stilista aveva sempre dichiarato alla stampa che mai avrebbe collaborato con un marchio di fast fashion e invece il 19 novembre sarà in vendita negli store di H&M la sua collezione realizzata appositamente per il colosso svedese.

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