Archivio

The Queens of The Front Row. Robin Givhan

Prosegue la rubrica dedicata alle più illustri giornaliste, penne, scrittrici e direttrici, che negli ultimi vent’anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo nel mondo fashion business, decretando successi e insuccessi, fame planetarie e improvvise stroncature. Racconteremo in breve piccoli aneddoti, storie e curiosità delle vere protagoniste del mondo della moda. Nell’era dei blogger, dei fashionistas e delle nuove “icone di stile”, decretate dal pubblico alla velocità di un clic, sia esso di una macchina fotografica o del tasto di un computer, restano comunque loro le protagoniste indiscusse delle passerelle. Gli arbitri integerrimi, le personalità più carismatiche, le prime fra i primi: “The Queens of the Front Row”

Abile penna americana, prima fra tutte nella sua categoria ad aggiudicarsi un premio Pulitzer nel 2006: è Robin Givhan, storica redattrice del Washington Post e attuale fashion editor del The Daily Beast e del magazine Newsweek.
 
Nata a Detroit nel 1965, si laurea alla Princeton University e nel 1988 consegue un master in giornalismo presso la prestigiosa University of Michigan. La sua carriera giornalistica ha inizio nel medesimo anno nella redazione del Detroit Free Press. Dopo essersi occupata di night life, musica e cinema, nel 1994 lascia il suo incarico per una breve esperienza al San Francisco Chronicle e una collaborazione con il magazine patinato Vogue, nella sua versione americana. Trasferitasi a New York, nel 1995 diventa fashion editor del Washinghton Post, finché nel 2010 arriva al The Daily Beast e al Newsweek come critica e corrispondente di moda.

Per quindici anni si è occupata di tendenze e business del settore, mostrando ai suoi lettori che le scelte di abbigliamento dei personaggi più influenti al mondo, meritano uno sguardo vigile e molto spesso critico. Ha sollevato numerose polemiche in merito a ciò, come quella mossa nei confronti della mise di Hilary Clinton e in particolare verso la sua scollatura a V, definita “inquietante” e sorprendente” al tempo stesso, per una donna che ha sempre avuto “uno stile ambiguo”. Oppure, l’articolo provocatorio nei confronti dell’allora vice presidente Dick Cheney, che durante il solenne memoriale di Auschwitz viene rimproverato per via del suo abbigliamento poco adatto all’occasione: “Vestito così potrebbe andare a spazzare la neve”, dice la Givhan.

La sua attenzione alle mode ‘dei potenti’ è così forte che nel 2009, si trasferisce a Washington “per essere più vicina alla famiglia americana più in vista”. La Givhan rivolge particolare attenzione alla First Lady, non risparmiandole alcuna critica: “Evitare la comparsa di un comportamento regale è politicamente corretto ma la cultura americana non è accondiscendente nel caso in cui una First Lady cerca con tutta se stessa di essere una persona comune” dice la giornalista, in merito a un’apparizione di Michelle Obama in shorts.

I suoi articoli sono considerati da sempre “saggi arguti ed oculati che trasformano la critica di moda in critica culturale”. Il suo lavoro è stato spesso sminuito da addetti al settore e personaggi pubblici ma una giornalista come lei non si lascia di certo intimidire anzi, senza mezzi termini, arriva sempre dritta al punto.

NEWSLETTER

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER!

SUPPORTA MAM-E