Moda

Tra realtà e immaginazione con Moschino

Moschino ha presentato una collezione ispirata alle paper dolls, i figurini disegnati a mano su carta, in due dimesioni, completi di guardaroba personale illustrato. Jeremy Scott si è ispirato a questo famoso gioco taglia e incolla per la nuova collezione Primavera Estate 2017 del brand di cui è direttore artistico.

Moschino inoltre, per appagare la dolce amara dipendenza da Instagram degli articoli acquistabili subito dopo la sfilata, ha pensato a un altro genere di “bambole”, come le definì Jacqueline Susann nel best seller  scandalo del 1966, “Valley of the Dolls”. Il brand milanese ha presentato una capsule collection con una potente dose di pillole. Esaltata da dettagli trompe l’oeil, decorazioni illustrate e da un motivo ricorrente che ricorda i tabs ai lati delle paper dolls, la collezione è un sogno ad occhi aperti sul tema dell’interazione tra verità e alterazione, in pieno stile Moschino.

Lo show milanese si è aperto con un lungo abito aderente con spalline sottili, che sul fondo imita il piedistallo pieghevole delle bambole di carta, mentre la parte frontale è illustrata come se la modella fosse in déshabillé, con indosso solo reggiseno e culottes nere. Come un template pronto per essere vestito.

I primi look richiamano l’iconografia di Franco Moschino: i suoi pois rossi e neri, le catene, il simbolo della palce, gliorsi. Ma le perle sono piatte, i gioielli sono dipinti e gli orsi non sono davvero lì. Il gusto chic è agitato come un flacone, con spirito sovversivo e ironico, con un tocco di irriverenza dadaista.

È una disamina tagliente dello stereotipo, che si estende anche al set, composto da sedie chiavarine oro con cuscini di velluto rosso e da una passerella rialzata: un reset audace, alla vecchia maniera.

 Non esiste sintonia tra ciò che sembra e ciò che è. Un trench apparentemente indossato a metà, stretto da una mano, appena visibile sul revers, non è proprio un trench. Quella che verosimilmente somiglia a una mantella color pastello, stampata con pittura floreale e rigonfia sulle spalle, non è proprio una mantella. Continuate a osservare!

 Le felpe, le minigonne di pelle trapuntata e profilata di catene, i body faux-kini, i leggings di rete effetto Daisy Duke, le biker jacket e i bomber, lo sportswear logato, il denim lavato: è la vita reale o è solo fantasia?

La capsule di borse, zaini e abiti ricoperti di pillole – con tanto di clutch a forma di contenitore per medicine – suggeriscono un’evidente fuga dalla realtà.

Il finale è un carosello di abiti da sera surreali. Ruche, fiocchi e drappeggi si cristallizzano sulle ragazze. Una percezione 3D per una realtà 2D. Sul davanti ricami, strass e colori con un effetto iper-reale. Sul dietro, però, il vuoto. Paper dolls.

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