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Trump e la politica protezionistica 2017

La politica protezionistica di Donald Trump appena approvata con l’abolizione dei trattati internazionali di Obama rischia di provocare pesanti perdite alle esportazioni italiane

Uno dei primi provvedimenti preoccupanti di Donald Trump è l’abolizione dei trattati di libero scambio che danno il senso di un mondo globalizzato a cui

il nuovo presidente contrappone barriere, muri e politica protezionistica.

Per il Made in Italy in generale, ed in particolare per la moda, il design, e i settori della meccanica nei quali eccelliamo, questo vorrà dire, qualora non si riesca a far fare marcia indietro al nuovo Presidente degli Stati Uniti, la certezza di contrazioni e forti perdite.

A parte la minaccia di dazi sulle importazioni e la visione americano-centrica del “produci in America e consuma americano”, i rischi per gli Stati Uniti sono di una diminuzione delle esportazioni e di un ridimensionamento dei livelli produttivi.

È, questa, una visione miope ma pericolosa nel breve periodo, disastrosa nel medio-lungo. Tuttavia è necessario valutare questi nuovi rischi con molta attenzione perché il Presidente del più influente Stato del mondo sta legiferando in modo certamente rischioso, ma è sempre il numero uno del Paese numero uno.

La contrapposizione tra i primi provvedimenti protezionistici dell’era Trump e la delocalizzazione di gran parte delle aziende americane porteranno, nel breve periodo, ad un inevitabile caos commerciale; nel medio-lungo a possibili fratture tra grandi mercati quali Europa, Cina e India, sovvertendo il trend alla globalizzazione di cui gli Stati Uniti hanno ampiamente profittato.

Un’ipotesi probabile è che il primo nemico della nuova politica protezionistica siano proprio le grandi multinazionali americane, in particolare dell’information technology e della produzione di contenuti cinematografici, televisivi e web.

Si sta delineando cioè la frattura tra il grande mondo produttivo americano e la società rurale prevalente nelle regioni interne americane, molto numerosa, e certamente base elettorale della nuova presidenza. Uno scontro davvero pericoloso.

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