Turandot al Petruzzelli di Bari dal 13 al 20 settembre
Le grandi opere rappresentate in Teatro: dal 13 settembre arriva la Turandot in prima serata
Turandot: il magnifico dramma lirico in tre atti e cinque quadri su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, basato sull’omonima commedia di Carlo Gozzi del 1750, sbarca al Teatro Petruzzelli di Bari. Già sold out tutte le repliche del capolavoro di Giacomo Puccini, messe in scena sul palco pugliese dal 13 al 20 settembre al Teatro Petruzzelli.
Protagonista della versione in atto nei prossimi giorni è anche Roberto Capucci, costumista ufficiale della versione della Turandot in scena alla Fondazione Petruzzelli tra il 13 e il 20 settembre.
Ripercorriamo ora la storia di una delle opere più celebri, nonché l’ultima, di Giacomo Puccini.
Turandot: la storia (dal nostro Dizionario dell’opera)
La scelta dell’argomento fiabesco della Turandot di Carlo Gozzi condusse l’estrema fatica di Giacomo Puccini fuori dei territori prediletti dal suo teatro, quelli tra il realistico e il sentimentale, di cui le tre operine del Trittico avevano offerto un ultimo compendio. A suggerire a Puccini la fiaba teatrale del veneziano Gozzi fu il giornalista Renato Simoni. Chiariamo inoltre che Puccini, ormai in età avanzata, non riuscì a terminare l’opera. L’artista morì infatti il 29 novembre del 1924, e il finale fu completato da Franco Alfano.
Puccini affrontò la Turandot come un’impresa, che giudicava per lui estremamente difficile e, forse proprio per questo, l’avvio di una nuova fase. “Penso ora per ora”, scriveva ad Adami “minuto per minuto a Turandot e tutta la mia musica scritta fino ad ora mi pare una burletta e non mi piace più”.
Le difficoltà per Puccini si annidavano tutte nel carattere favoloso del soggetto gozziano. C’erano anzitutto le maschere (nell’originale Tartaglia, Pantalone, Truffaldino e Brighella), che gli autori risolsero di trasformare nei terzetto dei ministri Ping Pang e Pong, portatori di una nota di colore cinese (nei loro interventi si concentra buona parte del materiale musicale cinese dell’opera), ma soprattutto, sul modello dei fools shakespeariani, elemento univoco di commento disincantato, ironico e grottesco, talvolta perfino cinico, della realtà che li circonda.
C’era il problema di trasformare la principessa Turandot da fanciulla capricciosa in esecutrice tragica di una missione sacrale di vendetta nei confronti dei suoi pretendenti; ai quali ricambiare l’onta subita dalla principessa Lou-ling, sua “ava dolce e serena”, rapita dalla reggia e morta per difendere la propria purezza da uno straniero; da un tartaro, proprio come il principe ignoto che ella affronta nella prova decisiva.
Turandot: trama e scheda dei personaggi
Personaggi:
- Turandot, principessa (soprano);
- Altoum, imperatore (tenore);
- Timur, re tartaro spodestato (basso);
- Calaf, principe ignoto, suo figlio (tenore);
- Liù, giovane schiava (soprano);
- Ping, gran cancelliere (baritono);
- Pang, gran provveditore (tenore);
- Pong, gran cuciniere (tenore);
- un mandriano (baritono);
- il principe di Persia (recitativo);
- il carnefice (recitativo);
- guardie imperiali, servi del boia, ragazzi, sacerdoti, mandarini, dignitari, gli otto sapienti, ancelle di Turandot, soldati, portabandiera, musici, folla.
Turandot è un dramma lirico in tre atti e cinque quadri di Giacomo Puccini (1858-1924) su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi. La prima assoluta è avvenuta a Milano, al Teatro alla Scala, il 26 aprile 1926, quasi due anni dopo la morte del maestro.
La vicenda si svolge nel mitico tempo delle favole, a Pechino. La protagonista del racconto è Turandot, una giovane principessa molto bella, ma anche solitaria e corrosa dal ricordo della tragica fine di una sua antenata, Lou-ling. Per le vicende collegate a questo ricordo, Turandot odia gli uomini, e non vorrebbe sposarsi. Se non che, l’imperatore Altoum (suo padre) e il popolo di Pechino chiedono che la principessa trovi marito.
Per questo motivo Turandot decide di sposarsi. Gli uomini che chiederanno di sposarla, però, dovranno risolvere tre enigmi. In caso di fallimento, i pretendenti sono condannati a morte. Tra i pretendenti il Principe di Persia e il giovane principe spodestato, il tartaro Calaf.
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