cinema: twin peaks l'ottava puntata è un tuffo nel male
Cinema,  Spettacolo

TWIN PEAKS: L’OTTAVA PUNTATA È UN TUFFO NEL MALE

Con l’ottava puntata della terza stagione, ‘I Segreti di Twin Peaks’ si apre a nuovi terrificanti misteri. L’episodio ad ora più terribile e visionario della serie tv

Nonostante le speranze illusorie dateci dall’ultimo episodio, al momento il più coerente e meno caotico fino ad ora, il treno della terza stagione di ‘Twin Peaks’ ha ripreso decisamente a deragliare, complice un’ottava puntata davvero sopra le righe. Quello che è certo è che Lynch, con questo nuovo progetto, ci ha davvero preso gusto: e se ha preso in giro qualcuno non l’ha fatto per interessi specifici, ma per la sua speciale ricerca, condotta con la solita visionaria vaghezza da Pierrot Lunaire del cinema, una vaghezza a cui ha comunque abituato il suo pubblico dai tempi del primo film (girato 40 anni fa): Eraserhead.

Tornando ai nuovi episodi di Twin Peaks…eravamo rimasti con tre punti in sospeso e curiosità: cosa c’è stato in passato tra Diane e Cooper e cosa, quest’ultima, ha visto nel suo ‘fake’? Che fine farà Dougie Jones? Quando riapparirà in scena Audrey Horne? Tre quesiti portanti che evidentemente rimarranno inevasi ancora per un po’: l’ottava puntata racconta il dopo-evasione del ‘Bad’ Cooper dalla prigione di sicurezza e dell’alterco col complice Ray, che sembra vederlo soccombere. Poi Lynch mette in scena quella che potrebbe essere considerata come la genealogia del male della Loggia Nera: apparentemente nata come frutto malsano di un’esplosione nucleare avvenuta nel 1945 (il cosiddetto Progetto Manhattan). Tutto così semplice? Mai dirlo. Eccoci poi negli anni ’50. stavolta ci troviamo nel New Mexico, ma non vorremmo anticipare troppo per chi non ha visto l’episodio in lingua originale.

Quello che è certo è che Lynch, senza proclami e con la stessa apparente naivete di sempre, sembra voler svelare sempre più il discrimine tra bene e male, tra presenza e assenza, spirito e materia. I nuovi episodi di Twin Peaks – al contrario delle aspettative assai migliori di quelli di quasi trent’anni fa – raccontano una vera storia intercettata da mille altre, a loro volta unite da un filo rosso e da un’indagine alla scoperta della verità che potremmo definire – senza timore di apparire eccessivi – di pura metafisica dell’orrore.

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