U2, the joshua tree
Musica,  Spettacolo

U2: I 30 ANNI DEL LEGGENDARIO ‘THE JOSHUA TREE’

Uscì il 9 marzo del 1987 il disco più amato e ascoltato degli U2, ‘The Joshua Tree. La storia del leggendario album, che verrà riportato in tour dalla band di Dublino a partire da questa primavera

Esordirà il 12 maggio a Vancouver e finirà il 1 agosto il tour mondiale degli U2 dedicato al loro leggendario album The Joshua Tree, che compie 30 anni dalla data della sua uscita. A metà del mega-tour, l’attesissima doppia data romana del 15 e 16 luglio, già sold out da tempo: nell’occasione la band di Bono Vox sarà accompagnata dalla guest star Noel Gallagher e i suoi High Flying Byrds. Così The Edge ha parlato della magica ricorrenza e delle motivazioni che hanno spinto la rock band a riportare in giro per il mondo il loro album più leggendario: “E’ come se avessimo compiuto un giro completo rispetto a quando avevamo scritto le canzoni per ‘The Joshua Tree’, ora che siamo nel bel mezzo del caos globale, vittime di politiche d’estrema destra e con alcuni diritti umani fondamentali messi a rischio’ continuando: ‘Per celebrare l’album – considerando che questi brani sono rilevanti e preveggenti rispetto ai tempi che stiamo vivendo – abbiamo deciso di lanciarci in questo tour, ci sembrava giusto farlo. E lo faremo”.

The Joshua Tree l’apice del percorso artistico di Bono e compagni negli anni Ottanta, secondo capitolo della loro collaborazione con Brian Eno e Daniel Lanois, iniziata con un altro gran lavoro, The Unforgettable Fire e seguita da Rattle And Hum (1988), un album in parte live e un film di Phil Jouanou che documenta il trionfale tour americano incentrato proprio sulle canzoni di The Joshua Tree. Poi arriverà Acthung Baby, ma questa è un’altra storia. Quello che arriva nei negozi il 9 marzo del 1987 è un disco compatto, pulsante. Grondante di sentimento. Dalla Gran Bretagna della new wave, che li vide nascere, gli U2 si spostano negli States, patria del rock’n’roll ma anche del blues, di Elvis, Otis Redding, di Bob Dylan e Billie Holiday. Della segregazione razziale, dell’individualismo selvaggio, di Wall Street, delle riserve indiane, di Kennedy e Charles Manson. Delle metropoli e del Midwest rurale. Il loro lavoro è il resoconto di un viaggio musicale da costa a costa in quell’amato, odiato e controverso Paese. Gli U2 non rinunciano a occuparsi dei temi a loro cari come la politica e le lotte sociali, ma sfornano anche bellissime canzoni d’amore, come With Or Without You. I testi sono stupendi, sarebbe un vero peccato perderseli per troppa pigrizia. Bono Vox, forse, è il più grande scrittori di testi, in inglese, dopo Lennon, e Bob Dylan. I concerti di quel periodo sono imprevedibili e emozionanti come una mano di poker. The Edge scuote le caterve di persone che accorrono a vederli con riff di chitarra ispirati e avvolgenti, con la sua Fender sempre più custode dei segreti del suono U2, supportato dal metronomo delle percussioni di Larry Mullen Jr. e dal basso dell’imperturbabile Adam Clayton. Bono è il sacerdote di performance live che sono veri e propri riti di massa.

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