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Un Edipo “alla Marcido”

La versione dei Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa del classico sofocleo in scena a Milano, dove debutta anche Franco Branciaroli nel “Teatrante” di Bernhard. A Scandicci via al festival Zoom, mentre a Venezia esordio noir alla regia per Alessandro Gassman

Secondo lo stile consueto del regista Marco Isidori, è un Edipo re ingegnosamente visionario e sostenuto da una tracimante energia corale quello allestito dai Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, il gruppo torinese che da quasi tre decenni non smette di stupire e spiazzare lo spettatore. Il percorso interiore di Edipo alla ricerca di se stesso si svolge attorno a un palazzo reale di Tebe che, nella scatenata fantasia scenografica di Daniela Dal Cin, ha l’aspetto di una sorta di stravagante piramide azteca da cui spuntano oggetti e figure umane. Da lunedì 5 al Teatro Studio di Milano.

Come molti altri personaggi di Thomas Bernhard, anche Bruscon, l’attore decaduto protagonista de Il teatrante, che arriva in un oscuro borgo con la sua scalcinata compagnia famigliare, coltiva un sogno di grandezza, l’ambizioso progetto di rappresentare un suo testo che racchiude la storia dell’umanità. Sarà un successo o un fallimento? Non lo sapremo mai, perché un fulmine distrugge il teatro prima ancora della recita. Il testo, dolorosamente metaforico, è stato affrontato in passato da Tino Schirinzi e Paolo Graziosi. A riproporlo ora è Franco Branciaroli, che lo interpreta e lo dirige da martedì 6 al Teatro Sociale di Brescia.

Sempre martedì 6, al Teatro Studio di Scandicci, comincia la settima edizione di Zoom Festival, l’ormai collaudato osservatorio di Giancarlo Cauteruccio sulle nuove e nuovissime realtà della nostra scena. Apre il programma Nanou con On-air, seguono, fra gli altri titoli, Stanza di Orlando di Macelleria Ettore_teatro al kg., Jackson Pollock on the other hand di Laminarie, Opera di Vincenzo Schino, Duramadre di Fibre Parallele, HEAVEnEVER studio di Fagarazzi e Zuffellato, Mira del collettivo Fosca, e poi diversi altri gruppi giovani e due performance di artisti visivi.

È ispirato a un romanzo di Massimo Carlotto, L’oscura immensità della morte, un noir ambientato nel nord-est italiano e incentrato sul confronto fra il colpevole e la vittima di un crimine, il nuovo  spettacolo allestito da Alessandro Gassman per lo Stabile del Veneto e Accademia Perduta Romagna Teatri. Dopo Roman e il suo cucciolo Gassman torna così a quelle vicende tra cronaca nera e dramma sociale che gli sono evidentemente congeniali. Oscura immensità, interpretato da Giulio Scarpati e Claudio Casadio, debutta mercoledì 7 al Teatro Goldoni di Venezia.

Parte da un episodio poco noto in Europa, la serie di attentati perpetrati nel 2002 in vari luoghi degli Stati Uniti dai cosiddetti “cecchini della circonvallazione”, il singolare esperimento di drammaturgia collettiva che il festival Romaeuropa presenta al Teatro Argentina da domenica 4 a martedì 6: in Call me God quattro autori, Gian Maria Cervi, Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd, si interrogano sui rapporti fra esigenze di sicurezza e tutela delle libertà individuali in un testo a più voci coordinato da von Mayenburg, che firma anche la regia.

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