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Interviste

VALUTAZIONI DI CARLO CAPASA SUL MESE DELLA MODA

Il mese della moda raccontato da Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda, in un’esclusiva intervista a Mam-e.

Caro presidente, noi di Mam-e abbiamo abbiamo raccontato le quattro settimane della moda. New York e Londra sottotono, buona tenuta di Milano e gran successo a Parigi.

Concordo con la vostra valutazione su New York e Londra. Riguardo a Milano, invece, sono i dati a parlare: per esempio, White ha avuto un incremento del 16%. Inoltre, i siti della Camera della Moda hanno avuto un incremento del 30% rispetto all’edizione dell’anno scorso. Si tenga conto che l’assenza di Gucci vale 5 milioni di click. Di conseguenza, se li aggiungessimo ai 75 milioni di click, l’incremento totale sarebbe del 40%. Il ragionamento tiene, in quanto lo spostamento di Gucci è previsto solo per quest’anno, dato che la maison tornerà a Milano l’anno prossimo.

Quindi, a livello di presenze, i dati sono confortanti per l’incremento del numero dei compratori stranieri. Ciò ha permesso alla città di sviluppare un indotto aggiuntivo di 160 milioni di euro nel periodo della Fiera. Questi dati sono secondo lei in crescita rispetto all’anno scorso?

Sicuramente sì, almeno del 20%. Questo perché, fatta eccezione per la già citata mancanza di Gucci, si è notata una forte tenuta dei grandi marchi – Prada su tutti, per esempio – e l’affacciarsi di nuovi gruppi, come MSGM (Giorgetti), GCDS, Attico (di cui il 41% è andato a Ruffini di Moncler) e Plan C, la cui stilista è la figlia di Castiglioni. Last but not least, il rilancio del marchio Ferragamo, con management e stilista rinnovati.

Se Milano è andata bene, che ne pensa della performance di Parigi?

Parigi è la capitale della moda mondiale e, in più, la presenza di Gucci ha dato ulteriore sviluppo alla settimana della moda francese. Infatti, al momento è il marchio con il maggiore tasso di incremento tra i grandi brand.

Quali problemi lei intravede nel breve-medio termine per il comparto della moda che, sebbene al momento registri incrementi positivi, denota tuttavia una carenza di manodopera specializzata. Essa, con l’introduzione della nuova riforma pensionistica Quota 100, porterebbe gli attuali assenti (circa 27000) ad aumentare di almeno il doppio. La struttura della riforma, infatti, rende non conveniente il permanere all’interno dell’azienda.

Certo, e in particolare, oltre a ciò che ha detto, se noi non formiamo con nuove strutture scolastiche – per esempio i “Licei della Moda” – non avremo quella straordinaria capacità artigianale che rende unica la moda italiana nel mondo. E ciò per mancanza di figure professionali di livello non strettamente legato allo stile, bensì alla manifattura. Tutto questo, dunque, è da vedere come un’opportunità per aprire un ciclo scolastico nuovo di alto profilo – come l’uso del termine “liceo” fa capire – fornendo ai giovani, oltre a competenze culturali importanti, anche la manualità necessaria alla filiera del lavoro della moda.

Poiché il business della moda si sviluppa prevalentemente all’estero, non ritiene che potenziare l’istituto per il commercio estero dovrebbe essere un tema prioritario da affrontare nell’immediato? Abbiamo, dopotutto, straordinari funzionari, i quali però vengono dal passato e probabilmente, già a partire dalla conoscenza delle lingue, non sono all’altezza dei nostri competitor francesi e tedeschi.

La fortuna di avere un ministro come Alberto Bonisoli, il quale si affianca spesso al vice premier Di Maio nelle riunioni – come nel Milano Global Fashion Summit 2018 – permetterà alle scuole di moda e alle università di economia di fare il sistema nel comparto della moda che, dopo Componentistica, è la seconda area di mercato iù importante per le esportazioni. Da qui e dal felice apparire di giovani di grande capacità che si affermano rapidamente a livello mondiale nel mondo della moda, si capisce che l’Italia è riuscita a creare uno dei tre aspetti che tirano il nostro sistema in maniera ineguagliabile. Gli altri due sono il settore food e il turismo, entrambi in forte crescita.

Dunque, questo si potrebbe ben affiancare ai progetti del nuovo governo. Infatti, si sta pensando che il reddito di cittadinanza, in particolare nel sud, potrebbe essere il traino di queste tre grosse realtà, che si tengono come pubblico di riferimento.

Certamente. Molte realtà della Puglia che ben conosco possono fornire da subito manodopera in moda, turismo e food. Ovviamente, se ben supportate da un piano di infrastrutture che permettano la comoda raggiungibilità dei luoghi. Ci sarebbe ancora molto da dire sul mondo della moda, ma lo faremo in una chiacchierata successiva, in cui parleremo anche della nuova stagione.

Grazie presidente: a presto!

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