antoon van dyck
Dizionario Arte

Van Dyck, Antoon (o Anthony)

Antoon Van Dyck

Van Dyck, Antoon. Il più importante pittore fiammingo del XVII secolo insieme a Rubens, e uno dei più notevoli ritrattisti. Nel 1609 era apprendista presso Hendrick Van Balen. Fu eccezionalmente precoce e iscrisse orgogliosamente sul suo primo dipinto datato (Ritratto di un uomo di settant’anni, 1613, Musée Royaux, Bruxelles) la propria età (14 anni) così come quella del modello.

Dal 1617 circa al 1620 fu il capo assistente di Rubens. In questo periodo però dipinse anche opere per conto proprio e si creò una reputazione indipendente. Nel 1620 il segretario del conte di Arundel scrisse da Anversa per dire al suo datore di lavoro che “Van Dyck è ancora con il signor Rubens e le sue opere sono stimate poco meno di quelle del maestro”.

Le prime opere di Antoon Van Dyck si basavano molto su quelle di Rubens, e non c’era traccia dell’influenza di Van Balen; gli esperti hanno ancora oggi qualche difficoltà nel distinguere la mano dell’uno da quella dell’altro. Anche se lo stile di Antoon Van Dyck sia tipicamente meno energico e più sensibilmente nervoso di quello del suo fortissimo mentore, riflettendosi in ciò anche le loro differenze comportamentali e di costituzione (Van Dyck era sensibile nel comportamento e snello nel fisico).

Oltre ad aver imparato molto

Oltre ad aver imparato molto dai dipinti di Rubens, egli imitò anche consapevolmente il suo modo di comportarsi aristocratico e il suo modo di vivere. Bellori scrisse che “i suoi modi erano quelli di un lord piuttosto che quelli di un uomo comune: era stato abituato a frequentare i nobili nello studio di Rubens”.

Tuttavia non aveva le prodigiose capacità intellettuali di Rubens o la forza della sua personalità e sebbene fosse intelligente e piacevole, talvolta colpiva la gente per la sua fierezza (era certamente vanitoso del suo bell’aspetto, come testimoniano i numerosi autoritratti).

Nel 1620-21 Van Dyck visitò Londra, dove passò alcuni mesi al servizio del re Giacomo I. Nel 1621 si trasferì in Italia dove rimase fino al 1627. All’inizio di questo periodo era principalmente un pittore di composizione di figure (nutrì sempre le ambizioni irrealizzate di produrre grandi progetti decorativi alla maniera di Rubens), ma in Italia si rivolse sempre più alla ritrattistica, un campo in cui fu ispirato principalmente da Tiziano.

Viaggiò molto

Viaggiò molto, ma lavorò principalmente a Genova. Qui dipinse una serie di grandi ritratti della nobiltà in cui definì un caratteristico genere aristocratico, con figure snelle dal portamento altero. Un eccellente esempio è il ritratto a grandezza naturale della Marchesa Elena Grimaldi (1623,National Gallery,ashington). Di esso David Piper scrisse ( Van Dyck 1968):

“questo è il modo in cui ci si immagina che ogni donna aristocratica degna del suo rango debba essenzialmente sentirsi, benché non lo sapesse prima che Van Dyck glielo mostrasse -sostenuta e formalmente regale, ma dotata di un’eleganza e di una grazia assolutamente seducenti”

Dopo aver lasciato l’Italia

Dopo aver lasciato l’Italia Van Dyck lavorò principalmente ad Anversa per alcuni anni, dal 1628 al 1632; in questo periodo dipinse alcune delle sue opere religiose più belle. Tra queste una serie d’importanti pale d’altare per le chiese locali, iniziate nel 1628 con il Martirio di sant’Agostino (chiesa di Sant’Agostino, Anversa, in prestito al Koninklijk Museum).

Era un devoto cattolico e le sue immagini religiose hanno spesso toni molto emozionanti. Nel 1632 si trasferì a Londra e divenne pittore diMartirio di sant’Agostino, che gli diede quell’anno il titolo di cavaliere.
Van Dyck rimase in Inghilterra per il resto della vita (sposò una dama di corte della regina nel 1640), ma non si stabilizzò mai e fu sempre alla ricerca di opportunità altrove: tra il 1634 e il 1641 visitò tre volte l’Europa continentale (stette via due anni in tutto) e durante il secondo viaggio andò a Parigi nella speranza di vincere la commissione per decorare la Grande Galerie del Louvre (che andò invece a Poussin).

Nonostante le frustrazioni

Nonostante le frustrazioni che subiva in Inghilterra (non ultimi i ritardi nei pagamenti da parte del re), sono proprio i ritratti di Carlo, della famiglia e dei cortigiani, le opere per le quali Antoon Van Dyck è più celebre; rappresentò i suoi modelli reali e aristocratici di una accattivante bellezza e di un tale fascino che è difficile per noi immaginare la sua epoca se non attraverso i suoi occhi. Queste immagini ebbero una profonda e duratura influenza nell’arte britannica.

Gainsborough, in particolare, aveva una vera reverenza per Van Dyck, ma molti altri si ispirarono a lui fino ai primi anni del XX secolo, quando la ritrattistica dell’alta società cessò di essere un’importante forma di espressione artistica.

Il poeta a lui contemporaneo Edmund Waller descrisse lo studio di Van Dyck come un “negozio di bellezza”.  volte veniva considerato addirittura come sfrontato adulatore dei suoi modelli: quando Sofia di Baviera, nipote di Carlo I, incontrò per la prima volta la regina Maria Enrichetta nel 1641, scrisse “i bei ritratti di Van Dyck mi hanno dato una tale idea della bellezza di tutte le signore inglesi che rimasi sorpresa vedendo che la regina, così bella nel quadro, era una donna piccola che si ergeva sulla sua sedia, con braccia lunghe e magre e denti acuminati che sporgevano dalla sua bocca come strumenti di difesa”.

quando la contessa di Sussex

Tuttavia non tutti i suoi modelli percepivano di essere stati così abbelliti: quando la contessa di Sussex vide il ritratto che Van Dyck le aveva fatto nel 1639-40 (oggi perduto) si sentì “quasi priva d’amore per me stessa. La faccia è così grande e grassa che non mi piace per niente. Sembra un vento che soffia – ma per la verità penso che sia uguale all’originale”.

Oltre ai ritratti in pittura Van Dyck progettò una serie di *acqueforti che ritraessero contemporanei famosi, nota come Iconografia. Incise da sé alcune lastre e altre le fece ricavare dai suoi disegni. Il progetto alla sua morte non era finito, ma una serie di 100 incisioni fu pubblicata nel 1645.

si era trasferito in Inghilterra

Dopo che si era trasferito in Inghilterra Van Dyck aveva avuto poco tempo per produrre dipinti diversi dai ritratti; tuttavia per piacere personale realizzò alcuni notevoli disegni freschi e informali e acquarelli della campagna inglese. Questo aspetto della sua opera -che precede la grande tradizione acquarellistica inglese -è molto più sorprendente se si considera che nei suoi quadri a olio gli elementi del paesaggio sono solitamente trattati in modo sommario o convenzionale.

Nascita: Anversa 1599;
Morte: Londra 1641

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