xilografia
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xilografia

 

La xilografia è un procedimento di stampa che utilizza una matrice di legno incisa; anche la stampa così ottenuta. Le varietà di legno maggiormente utilizzate per le matrici sono il bosso tra i legni duri e il faggio, il pero e il sicomoro tra i legni morbidi.

In principio i blocchi erano ricavati tagliando il legno lungo le venature (come si fa per le tavole); solo a partire dal XVIII secolo si cominciò a tagliare i tronchi perpendicolarmente alle venature: nel primo caso si otteneva una superficie più facilmente intagliabile, nel secondo una superficie più dura ma che consentiva di realizzare disegni più dettagliati.

La tecnica:

La xilografia è la tecnica più antica per realizzare stampe e i suoi principi sono molto semplici. Il soggetto viene disegnato sul blocco di legno precedentemente levigato; le parti che devono risultare bianche nella stampa vengono intagliate ed eliminate con coltelli e sgorbie (con il bulino e altri attrezzi utilizzati solitamente dal calcografo per i legni particolarmente duri), lasciando in rilievo le parti che dovranno risultare nere nella stampa. La matrice così ottenuta viene poi inchiostrata e il disegno viene stampato su un foglio di carta con l’uso di una pressa (è possibile ottenere una stampa anche con la sola pressione delle mani). L’ intaglio è un lavoro che richiede molta abilità e spesso questo compito è affidato ad artigiani specializzati piuttosto che all’autore del disegno. Le xilografie possono essere realizzate anche a colori, usando una matrice per ciascun colore; queste sono state molto popolari, specialmente in Giappone (vedi Ukiyo-e).

Le origini:

Le origini della xilografia sono poco chiare: la tecnica di base era già nota in Cina nel III secolo d.C. ed era impiegata per stampare i tessuti.

In Europa esistono prove che xilografie siano state prodotte nel XIV secolo. Ma il primo esemplare giunto fino a noi e databile con certezza è il San Cristoforo (1423) di artista anonimo conservato nella biblioteca John Rylands di Manchester. Molte delle prime xilografie erano semplici immagini di carattere devozionale realizzate per essere vendute durante feste religiose e presso i luoghi di pellegrinaggio (si veda anche xilografico, libro), tuttavia gli incisori più abili potevano produrre xilografie ben più sofisticate. Nei primi libri a stampa non trovarono grande spazio perché questi erano realizzati con l’intento di assomigliare a manoscritti. Divennero molto popolari solo dopo la pubblicazione, avvenuta nel 1493 a Norimberga, del Weltchronik di Hartman Schedel con le illustrazioni di Michael Wolgemut.

La tecnica in Italia:

In Italia questa tecnica fu meno usata rispetto al nord Europa. Ebbe però uno straordinario successo a Venezia, per esempio nelle illustrazioni della Hypnerotomachia Poliphili pubblicata nel 1499 e nelle grandi vedute della città di Jacopo de’ Barbari pubblicate nel 1500.
La xilografia raggiunse il suo apice in Europa nei primi trent’anni del XVI secolo, sia in singole stampe sia nell’illustrazione di libri, per poi perdere gradualmente terreno a favore dell’ incisione in incavo, che poteva produrre maggiori dettagli ed effetti più raffinati. In quegli anni svolse la sua attività Dürer, maestro insuperabile della xilografia.

Il legame tra la xilografia e il libro:

Il legame tra la xilografia e il libro era molto stretto a quell’epoca. Dato che entrambi usavano fondamentalmente la stessa tecnica di stampa e perciò potevano essere facilmente combinati.

Nei libri xilografici il testo e le immagini erano intagliati sullo stesso pezzo di legno. Mentre nei libri stampati con caratteri mobili, le matrici lignee e i caratteri di metallo erano bloccati insieme nella pressa in modo da inchiostrare e stampare insieme testo e illustrazioni.

Questo procedimento era molto più semplice ed economico dell’illustrazione realizzata a partire da lastre di rame incise che dovevano essere stampate separatamente (era infatti necessaria una maggior pressione). E trasferite sul libro in un secondo momento.

A partire dal 1600 la xilografia:

A partire dal 1600 la xilografia ebbe scarsa diffusione in ambito artistico, venendo utilizzata soprattutto per stampe commerciali di bassa qualità -manifesti, libretti, locandine ecc. Fa eccezione l’autore di stampe fiammingo Christoffel Jegher (1596-1652/53) che produsse alcune mirabili riproduzioni su legno di opere di Rubens. Nel XVIII secolo artisti professionisti solo sporadicamente praticavano la tecnica; Hogarth, per esempio, realizzò il suo I quattro stadi della crudeltà (1751) prima come xilografia, cercando uno stile e un mercato popolari, poi rifece i disegni incidendoli su rame.

Contemporaneamente Thomas Bewick sviluppò una variante tecnica della xilografia. Questa prevedeva l’uso di blocchi di bosso ricavati tagliando perpendicolarmente le venature del legno. Anche il suo contemporaneo William Blake produsse opere stupende con questa tecnica, che all’epoca però ebbero poco successo. Dal 1830 al 1890, quando fu superata dal processo fotomeccanico, la xilografia fu il mezzo più diffuso per la realizzazione di illustrazioni. I fratelli Dalziel e Gustave Doré furono tra gli xilografisti più prolifici di questo periodo.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo:

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo la xilografia visse un nuovo periodo di splendore, diventando un mezzo di espressione artistica originale.

Furono ripresi i caratteri di semplicità e immediatezza delle stampe del XV secolo. Con la differenza che gli artisti moderni apprendevano la tecnica xilografica da autodidatti e incidevano personalmente i propri disegni sui blocchi.

Negli anni intorno al 1890 vi si dedicarono Gauguin e Munch. Essi usarono le venature del legno per ottenere effetti tonali molto vigorosi e nettamente contrastati. Il loro esempio fu seguito dagli espressionisti tedeschi (in particolare dai membri di Die Brücke), alcuni dei quali incidevano direttamente le matrici senza l’ausilio del disegno. La tecnica continuò a essere utilizzata nel XX secolo per stampe originali e per illustrazioni di libri pregiati. Fu la tecnica favorita, per esempio, di Eric Ravilious.

 

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