Yves Klein
Arte,  Mostra

Yves Klein inedito alla Tate Liverpool 2016

Genio scatenato, Yves Klein (1928-1963) fu tra i fondatori del Nouveau Réalisme, assieme al critico Pierre Restany. È a lui che la Tate Liverpool ha dedicato l’ampia e imperdibile retrospettiva, aperta al pubblico fino al 5 marzo.

Un’occasione unica e imperdibile per scoprire il genio sregolato di Yves Klein

Dirompente ed eclettico, Yves Klein non visse a lungo, ma, paradossalmente ebbe modo di battere diverse strade, dal pop al concettuale, dall’installazione alla body art, andando ad incidere in maniera indelebile sul corso della storia dell’arte.

Brevettò un’inconfondibile tonalità di blu oltremare. Adoperò corpi nudi e bruciatori industriali a gas al posto dei pennelli. Nel 1958, inaugurò una mostra alla Galerie Iris Clert di Parigi, dove non espose altro se non il vuoto di una stanza completamente bianca. Al genio versatile e visionario di Yves Klein, rende omaggio la Tate Liverpool, con un’esposizione che ripercorre la breve carriera dell’artista francese scomparso per un attacco di cuore nel 1962, all’età di 34 anni.

La mostra si sviluppa attraverso una quarantina di opere, mai esposte prima in Gran Bretagna: dalle Antropometrie – realizzate impiegando modelle nude ricoperte di pittura blu come stampi viventi per le sue tele – ai noti monocromi dipinti con l’IKB, l’International Klein Blue, passando per le sculture in spugna e i Fire Paintings. La sua pratica artistica non conosceva limiti di tecniche e discipline e questa mostra alla Tate Liverpool ce lo ricorda. Klein non solo si muoveva con naturalezza tra pittura e scultura, ma anticipò, spesso e volentieri, modalità performative e concettuali che presero effettivamente piede solo diversi anni dopo.
Il percorso espositivo è arricchito da una serie di fotografie che ritraggono l’artista durante alcune azioni artistiche. Leap into the Void, ad esempio, il famoso scatto del 1960 in cui Klein è colto nel mezzo di un balzo nel vuoto, dal muro di un edificio parigino. Si tratta, ovviamente, di un fotomontaggio, della combinazione di scatti diversi  presi dai fotografi Harry Shunk e János Kender, con la complicità di alcuni amici dell’artista, che furono incaricati di reggere un telone di sicurezza nella strada sottostante e che furono poi eliminati in post-produzione.
Tra ironia e misticismo, Yves Klein inseguiva l’infinito, l’assoluto, lo spirituale. Lo cercò nello spazio vuoto di una galleria, nel colore intenso e vibrante che ha il mare nelle sue profondità, nella libertà di considerare opera d’arte ciò che è immateriale e intangibile.

NEWSLETTER

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER!