Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto: 700 morti in tre giorni in Libano
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Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto: 700 morti in tre giorni in Libano

Netanyahu dice no alla tregua anche se sono 700 i morti in tre giorni nel sud del Libano, e punta a proseguire l’offensiva militare di Israele sul Paese vicino. Nonostante la pressione diplomatica e politica di Stati Uniti e Francia soprattutto, il Governo ebraico perciò tira dritto.

Da New York, dove è volato per prender parte all’Assemblea Generale dell’Onu, il premier israeliano Benjamin Netanyahu infatti ha detto no alla proposta di pace di 21 giorni promossa da molti Paesi occidentali.

Il leader di Gerusalemme ha dichiarato di apprezzare l’impegno e gli sforzi internazionali per la risoluzione del conflitto in Medio Oriente. Al tempo stesso però ha confermato che Israele non si fermerà fino a che non avrà raggiunto gli obbiettivi militari prefissati.

700 morti in tre giorni in Libano: Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto
700 morti in tre giorni in Libano: Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto

La guerra non si ferma: Benjamin Netanyahu rimanda la pace e prosegue i bombardamenti

Benjamin Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto perseguendo il progetto israeliano di attacco verso il sud del Libano. La proposta occidentale di almeno 21 giorni di pace è infatti stata rigettata dall’esecutivo di Gerusalemme che intende perseguire i propri prestabiliti obbiettivi militari prima di riporre le armi.

E così i razzi diretti verso la porzione meridionale del Libano sono ancora decine. A questi peraltro hanno fatto seguito numerosi missili provenienti da Yemen e Libano, e diretti su Tel Aviv e Haifa. In entrambi i casi la difesa aerea israeliana ha intercettato e neutralizzato le bombe.

Nel frattempo l’Idf israeliano ha reso noto di aver colpito e annientato ben 220 obbiettivi connessi direttamente ad Hezbollah. Tra questi figurano depositi di armi e mezzi di contraerea dispiegati lungo l’intera superficie del sud del Libano.

Nella capitale Beirut sarebbe inoltre stato eliminato Muhammad Hussein Sarur, soprannominato Abu Saleh, e leader della divisione aerea di Hezbollah. La conferma in tal senso arriva dalle forze militare ebraiche, e viene diffusa dall’emittente Kan.

Nessuna possibilità di tregua dunque per il momento. Questo è ciò che appare chiaro dall’andamento bellico delle ultime ore e dalle dichiarazioni dello stesso premier israeliano Bibi Netanyahu. Così il primo ministro ebraico ha parlato dagli Stati Uniti:

All’inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno condiviso con Israele una proposta elaborata insieme ad altri paesi per un cessate il fuoco in Libano. Israele è un partner nell’obiettivo della proposta, che è il ritorno dei residenti del nord alle loro case

E ancora Netanyahu prosegue ringraziando il supporto dei funzionari degli Stati Uniti ma rimandando ogni discorso sulla pace, e allontanando così l’ipotesi tregua dal Libano. Questa è parte della nota ufficiale ripubblicata dall’israeliano Haaretz:

Israele apprezza gli sforzi degli Stati Uniti e le discussioni continueranno nei prossimi giorni

700 morti in tre giorni in Libano: Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto
700 morti in tre giorni in Libano: Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto

700 morti in appena tre giorni non convincono Netanyahu: stizziti gli alleati dell’Occidente

I numeri parlano chiaro, e sottolineano come l’ultima fase di guerra, focalizzata sulla porzione meridionale del Libano, sia costata già 700 vite in pochissime ore. Soltanto da lunedì 23 settembre infatti le vittime provocate dalla pesante offensiva israeliana oltre il proprio confine settentrionale ammontano a tale drammatica cifra.

Proprio in tal senso la spinta diplomatica e politica di moltissimi Paesi occidentali è stata intensa e indirizzata direttamente sulla figura di Netanyahu. In particolare la soluzione proposta è stata quella di 21 giorni di tregua: Francia e Stati Uniti hanno in particolare lavorato per questo disegno volto al cessate il fuoco.

Il rifiuto abbastanza categorico da parte di Benjamin Netanyahu ha però almeno parzialmente stizzito proprio alcuni dei partner occidentali. La proposta delineata da Washington e Parigi sarebbe stata accettata dal premier israeliano, salvo poi però cambiare idea e fare marcia indietro.

Dopo l’ok alla pace di 21 giorni Netanyahu avrebbe proseguito con il piano bellico di attacco massiccio nei confronti del sud del Libano. Obbiettivo dichiarato del Governo di Israele è infatti quello di distruggere tutte le postazioni e i rifugi di Hezbollah.

Sarebbe un errore da parte del primo ministro israeliano rifiutarla perché ovviamente si assumerebbe la responsabilità di un’escalation regionale e di nuove vittime civili in Libano

Parole pronunciate da Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese. Il leader transalpino ha definito “solida” la proposta di pace disegnata dall’Occidente e ha apertamente criticato il collega di Gerusalemme.

Israele era stato informato della proposta americana. Ma non l’ha mai accettata

Questa invece è la versione ufficiale fornita dai funzionari governativi israeliani, che confermano la ricezione della proposta ma pure il diniego da parte del proprio Governo a firmare subito una tregua. Differente, come detto, la versione fornita dal colosso a stelle e strisce che afferma invece di come la tregua fosse stata preventivamente concordata.

700 morti in tre giorni in Libano: Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto
700 morti in tre giorni in Libano: Netanyahu dice no alla tregua e tira dritto

Conclusione: 700 morti in tre giorni in Libano, ma Benjamin Netanyahu dice no alla tregua, tira dritto e continua la guerra

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