sei mesi di guerra in Medio Oriente
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Sei mesi di guerra in Medio Oriente: numeri drammatici dal 7 ottobre ad oggi

È un traguardo triste e drammatico: sono passati sei mesi di guerra in Medio Oriente. Dallo scorso 7 ottobre, quando i commandos di Hamas assaltarono diverse aree israeliane massacrando decine di persone, sono infatti trascorsi 183 giorni purtroppo segnati da bombe, violenze e morte.

Se finalmente dopo settimane di trattative internazionali sembra esserci la concreta possibilità di un ritiro israeliano dalla zona meridionale di Gaza, con le truppe di terra dell’Idf israeliano in procinto di lasciare Khan Yunis, lo sguardo posto a ritroso nei mesi vissuti tra attacchi e controffensive si apre su un quadro a dir poco tragico.

I media internazionali parlano di Terza Fase pronta a scattare. La speranza collettiva è che sia quella della definitiva deposizione delle armi, e del concreto dialogo al tavolo della pace. I primi timidi segnali in questo senso sembrano esserci ma la strada pare decisamente lunga e tortuosa.

Sei mesi di guerra in Medio Oriente: numeri drammatici dal 7 ottobre ad oggi
Sei mesi di guerra in Medio Oriente: numeri drammatici dal 7 ottobre ad oggi

Sei mesi di guerra in Medio Oriente: tragico il bilancio

I numeri soltanto in parte rendono l’idea di quanto gli ultimi sei mesi di guerra in Medio Oriente siano stati drammatici. Le cifre però parlano chiaro ed evidenziano come questa fase acuta dell’annoso conflitto che da decenni coinvolge ampi settori di questa calda area geografica sia stata e tuttora sia una delle più sanguinose e terribili.

Ad oggi infatti i morti nell’area palestinese sono saliti a 33.137. Questo il dato accertato e diramato dalle autorità locali, Ministero della Sanità di Gaza in primis. Più che doppio risulta però essere il numero dei feriti, molti dei quali in gravi condizioni, che ancora popolano strade, case e ospedali nei pressi di Gaza City.

Novero spaventoso anche quello che si attesta tra gli altri attori protagonisti di questa immane sciagura. Israele ha perso 1170 cittadini nel brutale attacco compiuto tra kibbutz e villaggi lo scorso 7 ottobre da parte dei guerriglieri di Hamas. Sono invece 600 i militari dello Stato ebraico deceduti nelle successive settimane di scontri.

Lo stesso gruppo paramilitare avrebbe subito perdite pari a circa 12 mila affiliati, ma le cifre in tal senso restano piuttosto vaghe e prive di una reale conferma. I numeri sui terroristi eliminati vengono infatti diramati pubblicamente da parte di Israele, con il gruppo leader di Hamas che molto spesso negli ultimi mesi ha però negato cercando di ridurre l’impatto della controffensiva ebraica.

Inquietante anche il conteggio di ben 129 ostaggi ancora nelle mani dei guerriglieri, e trattenuti chissà dove in un’area limitrofa alla zona caldissima del conflitto. La cifra iniziale di israeliani e stranieri presi prigionieri da Hamas il 7 ottobre 2023 toccava quota 250.

E se le cifre relative alle perdite complessive di oltre 180 giorni di guerra fanno rabbrividire, altrettanto spaventosi sono i numeri più prettamente bellici che gli ultimi sei mesi in Medio Oriente hanno mostrato al mondo intero. Israele infatti avrebbe ampliato il proprio fronte militare con circa 300 mila riservisti, molti dei quali donne, e avrebbe subito attacchi dall’area di Gaza per un totale di oltre 9 mila razzi a lunga gittata.

Sei mesi di guerra in Medio Oriente: numeri drammatici dal 7 ottobre ad oggi
Sei mesi di guerra in Medio Oriente: numeri drammatici dal 7 ottobre ad oggi

Sei mesi di guerra in Medio Oriente: finalmente la svolta verso il cessate il fuoco?

Dopo sei mesi di morte e bombe le ultime ore lasciano intravedere una speranza di pace. Dal Medio Oriente infatti le notizie recitano di una ritirata già avviata da parte dell’esercito israeliano. La 98esima brigata dell’Idf avrebbe ricevuto ordine di lasciare l’area di Khan Yunis, da dove sarebbe partita l’ultima offensiva verso la zona di Rafah.

Il sud della Striscia di Gaza sembrerebbe così andare verso una liberazione, finalmente ottenuta dopo settimane di serrate trattative di pace portata avanti dagli Stati Uniti, dal Qatar, dall’Egitto e da molti Paesi occidentali impegnati in prima linea per giungere ad un cessate il fuoco.

Sia chiaro che tale passaggio è ancora piuttosto lontano da un’effettiva pace e una concreta deposizione delle armi. Ma aspetto importante che occorre sottolineare è che questo momento può effettivamente segnare l’avvio della così detta Terza Fase di guerra.

Il passo verso un prossimo “cessate il fuoco” sembra essere deciso e orientato nella giusta direzione. Il controllo israeliano sull’area di Gaza resta però piuttosto intenso e le trattative in questo senso dovranno proseguire per arrivare ad un’intesa tra le parti in gioco.

La Brigata Nahal ad esempio controlla la strada che taglia la Striscia di Gaza, detta corridoio Netzarim. Tale delicata zona consente all’esercito del premier Benjamin Netanyahu di gestire i raid, gli attacchi e le sortite belliche in ogni direzione della stessa porzione di territorio in conflitto.

Del resto lo stesso primo ministro israeliano ha ribadito ancora una volta che il “cessate il fuoco” è lontano, e l’unica strada percorribile per arrivarci passa dalla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani dei guerriglieri di Hamas.

Nessun cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi

Parole nette e chiare, che però provocano una crescente e dilagante ondata di proteste nello stesso Stato ebraico. Il sentimento che larghe fasce della popolazione di Tel Aviv e del resto del Paese sembra provare nei confronti di Bibi Netanyahu e del suo esecutivo è infatti di aperta ostilità.

A gran voce la gente di Israele pare decisa a chiedere le dimissioni del capo di stato. Oltre 100 mila persone sono scese in piazza proprio a Tel Aviv per protestare contro le politiche militari promosse dal Governo israeliano. Quella andata in scena poche ore fa è stata catalogata dai media come la più grande manifestazione organizzata dal 7 ottobre scorso.

Sei mesi di guerra in Medio Oriente: numeri drammatici dal 7 ottobre ad oggi
Sei mesi di guerra in Medio Oriente: numeri drammatici dal 7 ottobre ad oggi

Conclusione: sorpassati da poche ore i sei mesi di guerra in Medio Oriente. I numeri dal 7 ottobre ad oggi sono a dir poco drammatici

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