Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe
Attualità,  News

Altri 27 morti in Medio Oriente: si discute la pace ma la guerra prosegue

È ancora una volta una giornata nera segnata da altri 27 morti in Medio Oriente, quella che aggiunge altre ore di conflitto e sangue in un’area geografica ormai ridotta allo stremo. Un raid sulla zona di Rafah è costato appunto 27 vite che vanno a sommarsi a quelle di altre decine di migliaia che rappresentano il triste e sempre aggiornato conteggio proposto dal 7 ottobre scorso ad oggi.

Nel frattempo il lavoro di mediazione, diplomazia e contatto, prosegue senza sosta alcuna, e sembra poter aprire spiragli di ottimismo. L’azione continua e a tratti martellante di Paesi come il Qatar e l’Egitto è volta proprio a costruire un disegno che accontenti le parti in causa e possa mettere fine da subito ai bombardamenti.

Proprio il cessate il fuoco parrebbe essere più vicino, con gli Stati Uniti che parlano di normalizzazione, e la voce di alcuni funzionari palestinesi che sottolinea l’assenza di “problemi insormontabili”. In queste ore la trattativa per la pace sta andando in scena.

Altri 27 morti in Medio Oriente: si discute la pace ma la guerra prosegue
Altri 27 morti in Medio Oriente: si discute la pace ma la guerra prosegue

Niente stop al conflitto: 27 morti in Medio Oriente, ma nel frattempo si fanno le prove di pace. Presenti anche Antonio Tajani e Antony Blinken

Un nuovo raid su Rafah e il novero delle vittime che si accresce di altri 27 corpi. Un’escalation estenuante e continua che dal 7 ottobre scorso ad oggi ha provocato 34.488 morti, e un numero almeno doppio di feriti, dei quali moltissimi in gravi condizioni.

Secondo quanto riportato da Al Jazeera tra i 27 deceduti in seguito all’attacco israeliano vi sarebbero diverse donne e alcuni bambini, a conferma dell’enorme impatto che ancora una volta questa guerra sta avendo sull’inerme popolazione civile assiepata nella Striscia di Gaza.

Gli attacchi notturni condotti dalle forze dell’Idf israeliana si sono concentrati anche sull’area meridionale del Libano, condotti ai danni di alcune roccaforti di Hezbollah. Le zone maggiormente colpite sarebbero state quelle di Tiro, Marjouyoun e Bint Jbeil. Non sono state diramate informazioni circa eventuali vittime nel corso di questi ultimi attacchi.

Altri 27 morti in Medio Oriente: si discute la pace ma la guerra prosegue
Altri 27 morti in Medio Oriente: si discute la pace ma la guerra prosegue

Nonostante queste continue incursioni e il numero delle vittime in drammatica crescita, i colloqui per la pace sembrano proseguire senza sosta, e anzi le ultime ore avrebbero spinto verso un cauto ottimismo. Una delegazione a rappresentanza di Hamas avrebbe infatti intavolato trattative volte al “cessate il fuoco”.

Da parte palestinese cioè si starebbe valutando la proposta di stop al conflitto pervenuta da Gerusalemme. L’accordo oltre ad un’immediata interruzione delle ostilità belliche prevedrebbe anche il rilascio di tutti gli ostaggi ancora nelle mani dei guerriglieri.

Come ormai noto, l’Egitto, oggi sede delle trattative diplomatiche in scena a Il Cairo, affiancato da Stati Uniti e Qatar, sono tra i Paesi più coinvolti nel tentativo di disegnare una situazione di pace. Poco in pratica sarebbe cambiato dalle ultime settimane e dalle precedenti azioni finalizzate alla pace, ma in queste ore le rispettive posizioni sembrerebbero essersi un po’ ammorbidite.

Vicini alla normalizzazione con Israele. Hamas decida in fretta sulla proposta molto generosa di Israele. Iran prima fonte di instabilità in Medio Oriente

Queste le parole di Antony Blinken, segretario di Stato americano. Il funzionario a stelle e strisce è impegnato a Riad in Arabia Saudita presso il World Economic Forum, e starebbe contribuendo al pari degli altri colleghi internazionali a disegnare il quadro geo-politico del Medio Oriente nell’immediato futuro.

Una voce che dunque spinge verso un contatto più concreto tra Israele e Hamas, e che invece punta il dito ancora una volta contro l’Iran, identificato come il primo responsabile del disordine vigente nell’area caldissima degli scontri.

Non ci sono problemi insormontabili

Queste invece le dichiarazioni di un funzionario palestinese. Poche parole che lasciano però ben sperare e sembrano aprire spiragli più luminosi verso la pace. Hamas ha per il momento preso tempo per valutare con attenzione la proposta dello Stato ebraico.

Nel frattempo anche il ministro degli Affari Esteri italiano Antonio Tajani decollerà alla volta di Riad (qui è atteso nella serata di lunedì 29 aprile). Insieme a Blinken anche il vicepremier del Bel Paese infatti incontrerà nelle prossime ore il principe Faisal bin Farhan, ministro degli Esteri saudita. Sul tavolo la gestione internazionale della guerra, con l’impegno costante ad evitare un’escalation nell’area mediorientale, e il futuro della regione palestinese.

Altri 27 morti in Medio Oriente: si discute la pace ma la guerra prosegue
Altri 27 morti in Medio Oriente: si discute la pace ma la guerra prosegue

Conclusione: si aggiungono altri 27 morti in Medio Oriente, e così mentre si discute la pace, la guerra prosegue senza sosta

Leggi anche:

Biden tra Iran e Israele: le mosse diplomatiche di Washington

Iran e Israele: sono ore di paura, minacce e missili

Europee del 8 e 9 giugno: scrivete Giorgia sulle schede per la Meloni

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!