Paolo Veronese
Paolo Caliari detto il Veronese: Pittore italiano
Indice
- Paolo Veronese ed il Tintoretto
- Lo stile del Veronese
- I problemi di Paolo Veronese con l’inquisizione
- Le opere d’ispirazione laica
Paolo Caliari, detto il Veronese si formò a Verona con il pittore Antonio Badile (1518-1560), di cui sposò la figlia; dal 1553 circa si trasferì a Venezia ed è oggi considerato un membro della scuola veneziana.
Paolo Veronese ed il Tintoretto
Con Tintoretto divenne la figura dominante della pittura veneziana della generazione successiva a quella di Tiziano ed ebbe molte commissioni di prestigio. Anche se talvolta fu in competizione con Tintoretto, in generale i due artisti lavoravano per mercati piuttosto differenti e sembra anzi che siano stati buoni amici. Entrambi esprimevano al meglio la loro arte con opere di grandi dimensioni, ma mentre Tintoretto si dedicava a scene di argomento religioso, Veronese realizzò anche quadri d’ispirazione laica.
Produsse alcune delle opere migliori, soprattutto affreschi, fuori da Venezia, mentre Tintoretto lavorò quasi esclusivamente in città e utilizzando colori a olio.
Lo stile del Veronese
Stilisticamente hanno poco in comune: i dipinti più caratteristici di Tintoretto sono intensamente emotivi e sono ambientati in un’atmosfera buia e meditata; Veronese preferisce invece la luce chiara del giorno e soggetti che colpiscano per il fasto più che per le passioni.
Veronese adottò uno stile originale già all’inizio della carriera, stile che in seguito sviluppò relativamente poco. Poche sono le opere che possiedono una datazione più o meno precisa, cosicché è difficile ricostruire una cronologia esatta della sua produzione.
Inoltre Veronese ebbe una bottega così strutturata, e con una produzione così vasta, che è difficile distinguere le opere del pittore da quelle degli assistenti. Tuttavia il valore di Veronese è indiscutibile: egli fu uno dei migliori artisti decorativi di tutti i tempi, grazie a dipinti che imitano grandiosi impianti scenografici e testimoniano il fasto di Venezia nel momento del massimo splendore.
I quadri abbondano di colonne di marmo e di panneggi di velluto e di raso, resi tramite una tavolozza ricca ma delicata, dominata dall’azzurro, dall’arancione, dai toni argentei e dal giallo limone. Tra i soggetti preferiti di Veronese troviamo il tema biblico della cena.
I problemi di Paolo Veronese con l’inquisizione
L’amore di Veronese per la ricchezza e il fasto ornamentale gli procurò alcuni problemi con l’Inquisizione nel 1573 quando fu interrogato a proposito de L’Ultima Cena che aveva affollato di personaggi estranei e indecorosi come “un buffone con un pappagallo sul braccio… un servo col naso sanguinante… nani e simili volgarità”. Veronese difese strenuamente il suo diritto alla libertà artistica: “Ho ricevuto l’incarico di decorare il dipinto a mio piacimento. È vasto e mi è sembrato potesse contenere molte figure”.
Gli fu ordinato di eseguire alcuni cambiamenti, ma la questione venne poi risolta cambiando soltanto il titolo dell’opera in Cena in casa di Levi. Venne dipinta per il refettorio del monastero dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia e si trova oggi all’Accademia.
Le opere d’ispirazione laica
Tra le opere d’ispirazione laica di Veronese ricordiamo i piacevoli affreschi con architetture illusionistiche e incantevoli paesaggi che decorano Villa Barbaro a Maser, vicino a Treviso (1561), la serie delle quattro Allegorie d’Amore (1575, National Gallery, Londra), probabilmente dipinte per l’imperatore Rodolfo II, lo splendido Trionfo di Venezia (1585) nel soffitto della Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo Ducale di Venezia e alcuni ritratti.
La bottega di Veronese dopo la sua morte passò al fratello Benedetto Caliari (1538-1598) e ai figli Carlo (1567-1592/96) e Gabriele (1568-1631). Veronese non ebbe tra i suoi allievi artisti di particolare rilievo, ma la sua influenza sulla pittura veneziana fu fondamentale perché ispirò i maestri della seconda grandiosa fioritura della pittura decorativa nella Venezia del XVIII secolo, uno su tutti Tiepolo.
Nascita: Verona 1528; Morte: Venezia 1588.
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