Una foto di Ennio Fantastichini che ci ha lasciati oggi
Cinema

ADDIO ENNIO FANTASTICHINI, CINEMA IN LUTTO

Si è spento oggi – a soli 63 anni – l’attore laziale Ennio Fantastichini

Dopo 15 giorni in rianimazione, è stata un’emorragia cerebrale a stroncare l’attore Ennio Fantastichini, che da tempo soffriva a causa di una leucemia. Sono in molti nel mondo dello spettacolo a piangere il volto noto del cinema italiano. Da Piero Angela a Ferzan Ozpetek – per cui aveva recitato in diversi film- non si contano i personaggi che sui social gli stanno dedicando messaggi in cui lo ricordano con affetto. Sapeva farsi amare quest’attore dalla battuta sempre pronta e dall’indiscutibile talento. Un talento che oltre a farlo recitare per alcuni tra i migliori registi italiani, gli è valso un David come migliore attore non protagonista per il suo ruolo in Mine Vaganti (2010).

LA CARRIERA

Ennio Fantastichini è nato nel 1955 a Gallese – un piccolo paese nel Lazio. Fin da piccolo ha dimostrato di avere una forte inclinazione verso la recitazione. Infatti, il suo debutto sul palcoscenico (in uno spettacolo di Samuel Beckett) risale a quando aveva solo 15 anni. L’ iscrizione all’Accademia nazionale d’arte drammatica non poteva dunque che essere conseguenza naturale della sua attitudine innata.

Il primo approccio al grande pubblico è stato con il film Porte aperte di Gianni Amelio. Un titolo che gli è stato di buon auspicio viste le possibilità che gli si sono presentate grazie al successo della pellicola. Da quel momento per la sua carriera la strada è stata in discesa e ad oggi il suo curriculum cinematografico vanta direzioni  illustri quali Paolo Virzì, Peter Greenaway, Ferzan Ozpetek e Riccardo Milano.

Le sue attività non si limitavano al grande schermo; infatti l’attore ha recitato in diverse serie tv – come Squadra antimafia e la fiction Rai su Fabrizio De André.

Ennio Fantastichini era senza dubbio un personaggio poliedrico, dai molti talenti. Ma non sarà solo l’espressività che è riuscito a dare ai suoi personaggi a farcelo ricordare. Bensì – secondo le parole di Stefano Accorsi – nel suo ricordo riecheggerà il suono della risata roca e ironica che rendeva le cose ancora più divertenti di quanto fossero.

 

 

 

 

 

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