Mame arte MUCHA E L' ART NOUVEAU. 80 OPERE A BOLOGNA Alfons Mucha
Arte,  Mostra

Mucha e l’art nouveau. 80 opere a Bologna

Alfons Mucha , l’esponente di fama mondiale dello stile Art Nouveau – noto in Italia anche come “stile Liberty” –  a Bologna fino a fine gennaio. Con circa 80 opere, selezionate tra quelle della Fondazione Mucha, la mostra include alcuni tra i più iconici lavori dell’artista, poster e cartelloni del suo periodo parigino.

Per la prima volta a Bologna un’importante retrospettiva sull’opera di Alfons Mucha, tra i più grandi interpreti dall’Art Nouveau.  Fino al 20 gennaio 2019 le meravigliose sale settecentesche di Palazzo Pallavicini  a  Bologna faranno da cornice alle più celebri opere dell’artista ceco, di cui 27 esposte per la prima volta in Italia.

Mame arte MUCHA E L' ART NOUVEAU. 80 OPERE A BOLOGNA Alfons Mucha - Monaco
Alfons Mucha – Monaco

Alfons Mucha

Alphonse Mucha (1860-1939) fu uno dei più celebrati ed influenti artisti della Parigi fin-de-siècle.  Conosciuto ai più per le sue grafiche, come i cartelloni teatrali realizzati per l’attrice ‘superstar’ Sarah Bernhardt e le sue immagini pubblicitarie con donne eleganti ed attraenti.

Inizia la sua attività  in Moravia dove  lavora come pittore decorativo principalmente per scenografie teatrali. Nel 1879 si trasferisce  a Vienna, dove lavora per un’importante compagnia di design teatrale, accrescendo le sue conoscenze tecniche e artistiche.

Il conte Karl Khuen Belasi di Mikulov si interessa al suo lavoro e lo assume per decorare con degli affreschi i suoi castelli di Emmahoff in Moravia  e di Gandegg nel Tirolo.  Il conte rimane talmente colpito dal lavoro di Mucha che decide di sostenerlo economicamente e grazie a questo sussidio Mucha potrà iscriversi all’Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera. Quindi, dopo un periodo da autodidatta,  nel 1887  Mucha si trasferisce a Parigi, dove continua i suoi studi presso l’Académie Julian e presso l’Academie Colaross.  Diviene così  uno dei più accreditati pittori dell’Art Nouveau, della quale sviluppa la caratteristica fondamentale, rendendo valido sul piano estetico anche ciò che appartiene all’uso giornaliero.

Qui viene anche a contatto con la Massoneria parigina, che influenzerà notevolmente il suo stile pittorico. Nel 1894 viene incaricato di realizzare un poster per pubblicizzare Gismonda, un’opera teatrale di Victor Sardou con protagonista Sarah Bernhardt. La finezza del disegno convince l’attrice a proporre all’artista   un contratto della durata di 6 anni. Dal 1906 al 1910 si trasferisce negli Stati Uniti; ritorna poi in Europa e si stabilisce a Praga. Cura le decorazioni del Teatro delle Belle Arti e di altri importanti palazzi praghesi. Muore il 14 luglio 1928.

Mame arte MUCHA E L' ART NOUVEAU. 80 OPERE A BOLOGNA Mucha Reverie
Alfons Mucha – Reverie

Lo stile

Mucha creò un suo stile ben definito – le style Mucha – caratterizzato da composizioni armoniose, forme sinuose, riferimenti alla natura e colori pacati. Stile  che divenne sinonimo dell’emergente corrente del periodo, l’Art Nouveau.

Nonostante il potente impatto del suo stile, però, poco si è mai saputo delle idee sull’arte e l’estetica all’origine del suo lavoro.

Sarah Bernhardt

L’attrice parigina Sarah Bernhardt (1844-1923) è stata la figura più influente nella vita di artista di Mucha. Fu il suo primo poster per lei, Gismonda , a renderlo famoso e il nostro Alfons  crebbe sia come uomo che come artista grazie all’amicizia e alla  sua collaborazione professionale  con la più grande personalità teatrale dell’epoca.

Mucha incontrò Sarah Bernhardt per la prima volta alla fine del 1894.  La storia, o forse leggenda, racconta  che il tutto  si svolse nel periodo natalizio del 1894, durante il quale Mucha lavorava come correttore di bozze di stampa nella tipografia Lemercier per fare un piacere a un amico. Improvvisamente Sarah Bernhardt chiamò il tipografo e gli commissionò la realizzazione urgente di un nuovo manifesto per Gismonda. Tuttavia, tutti i grafici di Lemercier erano in ferie, perciò il tipografo si rivolse ad Alfons.  La richiesta della “divina Sarah” non poteva certo essere respinta.

Gismonda

Il manifesto realizzato da Mucha segnò una svolta radicale in  quello specifico  genere artistico. Il formato verticale e allungato, le delicate tinte color pastello e l’immobilità della figura ritratta quasi a grandezza naturale suscitavano un senso di dignità e di sobrietà senza precedenti. Il manifesto riscosse un tale successo presso i parigini che alcuni collezionisti arrivarono a corrompere gli addetti all’affissione dei manifesti per impadronirsi di questi ultimi, o persino ad asportare i manifesti dai tabelloni ai quali erano affissi. “La divina Sarah” apprezzò moltissimo il suo lavoro e Mucha da allora  entrò  nel mito della Bernardt.

Mame arte MUCHA E L' ART NOUVEAU. 80 OPERE A BOLOGNA Salon-des-Cent-
Alfons Mucha – Salon des Cent

Iniziò cosi un lungo sodalizio

La mattina del 1 ° gennaio 1895 i  manifesti Gismonda  erano sparsi per tutta Parigi. Avrebbero rivoluzionato il design dei manifesti. Felice del successo di Gismonda, la  Bernhardt offri  immediatamente all’ artista ceco  un contratto per la produzione di scenografie, costumi e poster. Con questo contratto produsse altri sei poster per le sue produzioni: La Dame aux Camélias (1896), Lorenzaccio (1896), La Samaritaine (1897), Médée (1898), La Tosca (1898) e Amleto (1899). Mucha applicò a questi manifesti lo stesso principio progettuale che aveva sviluppato per Gismonda : l’uso di un formato allungato con una singola figura intera dell’attrice collocata in un’alcova bassa e rialzata come un santo.

La collaborazione tra l’artista ceco  e Sarah Bernhardt è stata reciprocamente vantaggiosa. I manifesti di Mucha hanno immortalato l’immagine “divina” dell’attrice, consolidando il suo status iconico e,  dall’altra parte, Alfons raggiunse così la grande notorietà. Ma non solo manifesti. Famosi e iconici anche i gioielli che Mucha realizzò per la“Divina”. Uno per tutti: la parure anello-bracciale a forma di serpente.

La mostra

Il percorso espositivo , composto da tre sezioni tematiche:

Donne – Icone e Muse,

Le Style Mucha -Un Linguaggio Visivo,

Bellezza – Il Potere dell’Ispirazione,

pone uno sguardo inedito sull’opera del grande artista esaminando anche gli aspetti teorici delle sue opere. . Esplora soprattutto il concetto di bellezza, principio centrale della sua arte.

La mostra è  organizzata da Chiara Campagnoli, Rubens Fogacci e Deborah Petroni  in collaborazione con Mucha Foundation e Tomoko Sato.

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