Alberto Savinio
Arte

Alberto Savinio e la musica 17

Dal 17 gennaio una rassegna per riscoprire il rapporto a lunghe intermittenze di Alberto Savinio con la musica.

Prima di essere un riconosciuto pittore, scrittore, critico e scenografo di balletti e opere, Alberto Savinio fu anche musicista. Vero e proprio enfant prodige si diplomò a dodici anni al conservatorio di Atene per essere poi allievo di Max Reger a Monaco e compositore d’alta scuola.

Il suo rapporto con la musica tuttavia non si dimostrò lineare ma soggetto ad un flirt a lunghe intermittenze (Savinio). Attivo in gioventù negli ambienti parigini, se ne staccherà nel 1915 per darsi alla pittura e alla letteratura. Quindi vi torna nel 1925, per abbandonarla di nuovo e riavvicinarcisi nel Secondo Dopoguerra.

È su questo rapporto misterioso che è dedicato il ciclo di incontri, concerti e proiezioni come Omaggio ad Alberto Savinio, dal 17 gennaio presso il Museo del Novecento. L’iniziativa è legata alla mostra curata da Maddalena Novati, ospitata nella Sala Rampa del Museo. Saranno esposti fino al 15 maggio una raccolta di locandine e riproduzioni di bozzetti e figurini creati da Savinio.

La passione di Savinio per la musica tuttavia non resta un caso isolato nel panorama artistico del novecento più avanguardistico, ma vi si interseca – dada, surrealismo, metafisica – in uno slancio non iconoclasta, ma espressione di una ricerca personale, vorace, violenta in un rapporto di odio-amore con il pianoforte, che corre parallela agli slanci pittorici e letterari.

La ricerca di Savinio non puntava ad uno stile qualsiasi, ma suo personale, per indagare nei più profondi anfratti dell’inconscio, dove si trova la musica. Il suo obiettivo era andare oltre ogni tono e nota, al di là di ogni accordo, sperimentando quella serie di porte aperte (Savinio) da cui affacciarsi per guardare fuori dal mondo e dalla musica.

Un mondo ironico e surreale quello presentato nella rassegna Milanese che spazia dalla scrittura aforistica (pagine come Album 1914 e Chants de la mi-mort) all’esperienza radiofonica che Savinio non vedeva come un mezzo espressivo bensì quale strumento artistico. Precisamente come “arte radiofonica” espressione di un altro altrove.

È dedicata a questa parte della sterminata produzione di Savinio la serata che si terrà a maggio, sempre nella location del Museo del Novecento, e vedrà riproposte le opere radiofoniche Cristoforo Colombo, Dialoghi di Luciano di Samosata, Novecento fino a Agenzia Fix (diretta da Carlo Maria Giuliani, con la voce recitante di Arnoldo Foà), che racchiude il senso metafisico dell’arte di Savinio, infuso al mezzo radiofonico.

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