Alessandro Caligaris firma la copia di un suo fumetto
Arte

Alessandro Caligaris muore a 37 anni soffocato da un boccone

Addio al fumettista e streetartist Alessandro Caligaris

Martedì sera, 30 ottobre, a soli 37 anni, è morto il fumettista e streetartist Alessandro Caligaris. Pochi giorni prima l’artista era a cena con la compagna, quando un pezzo di carne gli è andato di traverso, ostruendogli le vie respiratorie. Purtroppo, dopo un breve periodo di coma in ospedale, il ragazzo, noto per i suoi murales a Torino e provincia, è deceduto. La notizia è stata resa pubblica dalla casa editrice Eris Edizioni attraverso un post su Facebook. 

Alessandro Caligaris e il fumetto che racconta l’autismo

Tra gli ultimi lavori dell’artista torinese compare il fumetto “Blue Boy, guida all’infinito chiuso in una stanza”, uscito nel 2017 per la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Pubblicato da Anonima Fumetti in collaborazione con l’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), è un viaggio attraverso il mondo fantastico di ragazzi affetti da autismo.

Un dettaglio del fumetto sull'autismo realizzato da Alessandro Caligaris
Un dettaglio del fumetto sull’autismo “Blue Boy, guida all’infinito chiuso in una stanza” realizzato da Alessandro Caligaris

 

La storia è ambientata all’Accademia Albertina di Belle Arti (dove Caligaris si è laureato in Arti Visive), durante un laboratorio di arteterapia. Protagonisti del racconto, sono tre giovani affetti da autismo e un operatore sociale. La scelta della tematica non è casuale, ma ispirata all’esperienza personale del fumettista, che dopo la laurea ha studiato arte-terapia clinica al Lyceum di Milano.

Caligaris si è avvicinato a questo ambito tramite il volontariato, ed era sua profonda convinzione che l’obiettivo finale dell’arte visiva, oltre alla creazione di opere, fosse quello di trasmettere conoscenze. Attraverso il fumetto, infatti, è possibile comunicare messaggi anche complessi in modo semplice e diretto, e stimolare una riflessione su questo disturbo.

 

Per realizzare le illustrazioni della graphic novel, Caligaris si è basato sui disegni prodotti  dai ragazzi autistici durante i suoi laboratori di arteterapia.

Ma perché utilizzare l’arte come terapia? L’artista sosteneva che attraverso il disegno fosse più facile comunicare le proprie immagini mentali rispetto alla lingua parlata, essendo più diretto e più preciso.

E che per farlo servisse osservare attentamente la realtà e acquisire dei segni socialmente condivisibili per comunicarla. Inevitabile, quindi, il miglioramento delle capacità di comunicazione e di osservazione degli individui problematici. E questo apprendimento di nuove competenze o potenziamento di quelle vecchie non può che essere fonte di soddisfazione per i ragazzi autistici.

 

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