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Alessandro Preziosi è Cyrano anche senza nasone

L’attore, qui anche regista, affronta la pièce di Rostand senza complessi 

Cadetto di Guascogna, abile con la spada e con le parole, Cyrano è vittima di un complesso dovuto al fatto di considerarsi brutto, per via del suo grosso naso, precludendo così a se stesso di abbandonarsi alle gioie dell’amore e di essere felice. Nel 1897 Edmond Rostand, ispirandosi alla vita di Savinien de Cyrano de Bergerac, scrisse il suo capolavoro raccontando le gesta di un uomo in grado di affrontare cento nemici armati, ma non di dichiarare alla bella cugina Maddalena Robin, detta Rossana (la convincente Valentina Cenni) il suo amore. Lei, ignara dei suoi sentimenti, lo prega di tenere sotto la sua ala protettrice Cristiano de Neuvillette (Benjamin Stender), del quale è innamorata. Poiché questi non riesce a trovare le parole giuste per esprimere i suoi sentimenti, Cyrano (Alessandro Preziosi) gliele suggerisce e fa in modo che il giovane possa sposare Rossana a dispetto del conte De Guiche (Massimo Zordan), anch’egli innamorato della donna. Il conte, per vendicarsi, manda subito i due cadetti al fronte a combattere contro gli spagnoli. Da lì, Cyrano, a nome di Cristiano, scriverà ogni giorno lettere appassionate alla sua amata, mantenendo il segreto anche quando Cristiano cadrà in battaglia.  

Il primo atto si apre sull’hotel de Bourgogne per la recita del celebre attore Montfleury (Natasha Truden). In una sorta di “teatro nel teatro” nobili e borghesi gremiscono la sala. Cristiano è già in scena e a guardarlo dal palco c’è lei, Rossana. Ed ecco il pasticciere-poeta Regeneau (Marco Canuto), l’amico di Cyrano, Le Bret (Emiliano Masala), e naturalmente Cyrano, che fa il suo ingresso spavaldo. Suggestiva è la scena del balcone. Cyrano e Cristiano si alternano e si fondono diventando un’unica persona fino alla battuta di Preziosi: “Il bacio è un punto rosa sulla i di amore mio”.

Il secondo atto, che inizia sul campo di battaglia, si conclude con la morte di Cristiano, il dolore di Rossana che si confina in convento e infine la confessione di Cyrano che, morente, quattordici anni dopo, rivela alla cugina il suo amore.

In questa messa in scena – firmata dallo stesso Preziosi – manca il vero protagonista: il naso, ma il protagonista ha preferito eliminare ogni artificio e presentarsi in scena al naturale. Grazie a questo éscamotage, Preziosi dà voce al disagio fisico e sviluppa il tema dell’accettazione, della coscienza di sé. Significativa è in tal senso la battuta di Cristiano, che poco prima di morire dice: “Io voglio essere amato per ciò che sono”. Solamente se si riesce a capire chi si è, si può essere amati. E “Cyrano è il simbolo della ricerca di se stessi”, spiega Preziosi. “Sentirsi inadeguati va ben oltre una banale questione di bellezza, è un problema ben più profondo. Cyrano è un poeta: è a disagio perché vola troppo alto rispetto ai suoi simili. Il suo personaggio suona come un avvertimento quanto mai appropriato in questa nostra epoca tutta basata sull’apparenza.”

La scena (di Andrea Taddei), punteggiata dalle morbide luci di Valerio Tiberi, è semplice ma funzionale. In mezzo al palco una struttura a più piani con una rampa di scale sul lato sinistro compone la scenografia fissa ma mutevole dell’intero spettacolo. Teatro, pasticceria, campo di battaglia e alla fine convento, la scena fissa fa da sfondo alla storia mutando secondo la necessità grazie a un sistema di tende e al disegno delle luci.

Nel debutto alla regia di Preziosi (che era stato Cristiano in una delle edizioni del Cyrano di Corrado d’Elia a fine anni Novanta), fresco di nomina alla guida dello Stabile d’Abruzzo, Cyrano recupera tutta la spettacolarità del testo, e i celebri duelli del protagonista vengono ben rappresentati, grazie anche alla collaborazione per i movimenti scenici del maestro Nikolaj Karpov, capo dipartimento dell’Accademia d’Arte Drammatica di Mosca.

Brillante la prova attoriale del protagonista e bravi tutti gli allievi della Link Academy di Roma, di cui Preziosi è il direttore artistico (Giuseppe Tosti, Francesco Civile, Gianni Rossi, Salvatore Cuomo, Sara Borghi, Giannina Raspini, Bianca Pugno Vanoni).

Visto al Teatro Nuovo di Milano. Repliche fino al 18 marzo 2012
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Cyrano de Bergerac
di Edmond Rostand
Con Alessandro Preziosi, Benjamin Stender, Valentina Cenni, Massimo Zordan, Emiliano Masala, Marco Canuto, Giuseppe Tosti, Francesco Civile, Gianni Rossi, Salvatore Cuomo, Sara Borghi, Natasha Truden, Giannina Raspini, Bianca Pugno vanoni
regia Alessandro Preziosi
scene Andrea Taddei
costumi Alessandro Lai
luci Valerio Tiberi
collaborazione artistica e movimenti scenici Nicolaj Karpov
Produzione Khora Teatro e Teatro Stabile d’Abruzzo 

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