Arte

Architettura radicale: superstudio al Maxxi

 

Pochi gruppi hanno influenzato il design e l’architettura Italiana del XX° secolo come Superstudio.

Il collettivo noto per il suo approccio radicale, provocatorio e sperimentale è stato fondato nel 1966 a Firenze da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si sono poi uniti Gian Piero Frassinelli, i fratelli Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli.

E oggi celebrato al MAXXI di Roma, a cinquant’anni dalla sua nascita, nella mostra curata da Gabriele Mastrigli in collaborazione con gli stessi artisti apparentanti al gruppo.

In mostra oltre duecento opere tra installazioni, oggetti, opere grafiche, fotografie, pubblicazioni, in gran parte provenienti dal loro archivio, alcune mai esposti prima e di cui molti entreranno progressivamente nella collezione di architettura del museo di Roma.

Il percorso espositivo, che va dalla prima mostra Superarchitettura del 1966 fino allo scioglimento all’inizio degli anni ’80, presenta le serie de Il Monumento Continuo (1969), gli Istogrammi d’architettura (1969-70) e Le dodici Città Ideali (1971), attraverso i quali si dimostrarono le possibilità, ma anche i limiti dell’architettura intesa come strumento critico della società.

Inoltre saranno celebri lavori come l’installazione La moglie di Lot, presentata alla Biennale di Venezia del ’78, e oggetti di design quali Bazaar, le lampade Passiflora e la nota serie di tavoli Quaderna, più molti altri.

Con questa mostra si vuole celebrare «un collettivo di architetti che ha fatto la storia», come ha scritto in un recente articolo il New York Times Stimati dai critici di tutto il mondo per la rivoluzione che hanno saputo apportare con i loro progetti e pensieri hanno influenzato le generazioni future, come raccontato nella mostra del MAXXI in cui, accanto alle opere del Superstudio sono esposti lavori di artisti che hanno saputo coglierne la poetica, come come ad esempio Hironaka & Suib, Rene Daalder e il fotografo Stefano Graziani.

 

Superstudio 50
fino al 4 settembre
Fondazione MAXXI, Roma

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