Arte africana al museo d’arte e scienza di Milano
Statue, troni, tessuti, tamburi, oggetti di culto e, ovviamente, tantissime maschere. Espressione dell’incredibile varietà di forme, colori, tipologie e utilizzo, portatrici di significati, avatar di spiriti, giudici e guardiani.
Arte africana: autentica passione. Da pochi giorni Milano si è arricchita di quattro nuove sale del Museo d’Arte e Scienza dedicate appunto all’arte etnografica africana. Le sale sono state aperte dopo anni di attenta analisi e selezione delle opere.
Il MAS
A due passi dal Castello Sforzesco, Palazzo Bonacossa, dal 1990, diventa casa della vasta collezione delle opere d’arte della famiglia Matthaes.
Sotto la guida del direttore Peter Matthaes il museo, nel corso degli anni, ha visto crescere le sue collezioni.
Oltre al percorso sul riconoscimento dell’autenticità nell’arte e nell’antiquariato, fiore all’occhiello del museo, la struttura ospita prima di tutto una mostra didattica permanente su Leonardo da Vinci.
Preziosa e bellissima la collezione d’arte buddhista, considerata oggi fra le più belle in Italia con oggetti provenienti da Thailandia e Birmania. E, infine, la nuovissima sezione dedicata all’arte africana che comprende più di 300 oggetti di alto valore storico
“Incontro con l’oracolo”
“Per avere un’idea su quella che è la reale funzione di questi oggetti, nasce il progetto: Incontro con l’oracolo” – ci spiega Peter Matthaes. “Attraverso un’ambientazione suggestiva che fa riferimento alla Foresta degli Spiriti e grazie all’utilizzo della moderna tecnologia, e nello specifico alla realtà virtuale, si è cercato di far vivere una possibile esperienza “di contatto con il mondo degli spiriti” a 360 gradi”.
Quindi nella Foresta degli Spiriti il visitatore potrà indossare una maschera con, applicato, un visore per la realtà virtuale.
Ci si immergerà in una foresta dove si incontrerà uno spirito, nelle sembianze di una tartaruga. Si è scelto questo animale in riferimento allo spirito mitologico Evu dei Fang del Gabon e una maschera Ingil sempre dei Fang.
Lo spirito si farà seguire e ci condurrà a due possibili scenari. Uno positivo e di libertà, l’altro negativo e di prigionia, ricordandoci che queste maschere hanno anche funzione di giudizio, vale a dire, vengono usate per emettere sentenze.
La provenienza dell’arte africana
Gli oggetti della collezione Matthaes hanno, come spesso accade per le grandi collezioni, una provenienza molto eterogenea.
Gli oggetti sono infatti stati acquistati direttamente da Case d’Asta, da Gallerie specializzate sia italiane che internazionali e in piccola parte anche da altri collezionisti italiani.
Ogni oggetto è stato inoltre analizzato dal laboratorio del museo sia attraverso le analisi di datazione scientifica, sia di studio microscopico e chimico della patina. Questo procedimento ha permesso di fare una selezione molto accurata aumentando così la qualità complessiva di tutta la collezione.
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