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Arte,  Interviste

Artefiera 2019, ecco com’è andata

Oltre 50.000 visitatori per la prima edizione curata dal nuovo direttore artistico. Spazio anche ai giovani: abbiamo fatto qualche domanda a Daniele Di Girolamo, artista esordiente, ecco i consigli per i giovani artisti.

Artefiera 2019 chiude i battenti per quest’anno. Una settimana ricca di eventi, incontri, scoperte. Era difficile, anche per chi non voleva partecipare all’art week bolognese, non capitare in una nelle numerose iniziative sparse per la città.

L’interesse si è dimostrato con i numeri dei visitatori: oltre cinquantamila presenze all’appello, più di quanto si sperasse, ha detto con soddisfazione Calzolari, il presidente di Bologna Fiere.

Forse, tutto merito del nuovo respiro all’interno e, soprattutto, all’esterno della fiera. Il programma fuori-fiera è stato ricchissimo e molto amato dai visitatori. A partire dalla Set-up Fair, a Palazzo Pallavicini, di cui siamo stati ospiti e dove ogni dettaglio è stato strabiliante.

Contraddistinta dall’interazione tra artista, curatore e gallerista, la Setup era ricca di opere con prezzi che facevano l’occhiolino anche ai giovani collezionisti.

“Giovane” è il termine più rappresentativo di quest’iniziativa, in cui ogni espositore aveva l’obbligo di presentare almeno un progetto di un artista under 35.

Il parere dei galleristi

Chiedendo pareri e opinioni tra i galleristi ad Artefiera le risposte appaiono omogenee per quanto riguarda la nuova organizzazione: «Abbiamo avuto feedback positivi dal pubblico per quanto riguarda gli stand monografici, con un tipo di fruizione più piacevole ed elegante», il commento da Studio Sales.

«La qualità c’è, la fiera è enorme. Tra noi, colleghi della fiera, siamo tutti soddisfatti», spiegano compiaciuti da Podbielski contemporary.

E le vendite?

I pareri qui si discostano un po’ tra i due padiglioni e, in generale, sembra esserci stato più interesse verso le opere meno viste e più recenti, ma si riscuote successo anche per gli ospiti storici della fiera, «Bene le vendite, anche se sono mancati alcuni collezionisti importanti. 

Questo, chiaramente, ha portato via alcune possibilità di vendita importanti. Bologna fortunatamente è una fiera storica. Tuttavia dovrebbero valutare di ospitare più gallerie internazionali».

Ci spiegano alla Tornabuoni arte.

«L’interesse per l’arte sembra molto forte e molto trasversale: dai giovani ai collezionisti. Il nostro stand è stato molto gettonato durante il weekend» riferiscono dalla Galleria Poggiali, con le famose sculture di Fabio Viale.

Interviste Artefiera 2019, spazio ai giovani esordienti

Gli eventi come Artefiera sono belli perché sono vari. La fiera si componeva in due padiglioni contigui, di cui uno più sperimentale e l’altro più storico.

All’interno di quello storico, tuttavia, è stato riservato uno spazio dalla forte impronta giovanile, quello del premio Fondazione Zucchelli , da anni in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti.

Ci siamo rivolti proprio a loro per fare qualche domanda a un giovane e promettente artista, Daniele Di Girolamo, vincitore del premio Zucchelli dell’edizione 2018.

Le sue opere avevano il potere di diventare ipnotiche e di far soffermare il visitatore a chiedersi quale procedimento ci fosse dietro. 

Abbiamo pensato che il punto di vista di un giovane emergente potesse essere il giusto peso per calibrare il pensiero del rapporto tra arte e giovani all’interno delle interviste da Artefiera 2019.

Ciao Daniele, secondo te, quale potrebbe essere un metodo per avvicinare le nuove generazioni al mondo dell’arte? Per esempio: Artefiera potrebbe essere un modo valido?

Artefiera è, appunto una fiera. Dove si vende, fondamentalmente, ecco perché forse non è la scelta migliore per avvicinare giovani, perché magari qui viene una persona già interessata all’arte. 

Per avvicinare i giovani ci vorrebbe un ingresso gratuito: i posti sarebbero gremiti.

Per quanto riguarda i giovani artisti penso che la cosa più concreta sia il premio Zucchelli, al quale dall’anno scorso hanno dato anche uno spazio espositivo all’interno di Artefiera.

Hai notato un’affluenza di molti ragazzi curiosi?

Molti. Più adulti, ma comunque tanti ragazzi. Colgono molto più immediatamente i processi digitali. Sono stato alla notte bianca dell’Accademia e sembrava di essere all’entrata di un concerto. Anche perché il target è diverso, non è a fini commerciali e, appunto, l’ingresso era gratuito.

Cosa consiglieresti ai giovani artisti emergenti?

Per ottenere risultati bisogna porre attenzione alla ricerca del lavoro. Non bisogna cercare di fare necessariamente il nuovo, basta fare il proprio; sempre cercando di non scadere nei cliché del “Faccio quello che voglio”.

Cosa ne pensi delle piattaforme che consentono di acquistare “pezzi” di opere d’arte a cifre irrisorie?

È una speculazione come un’altra del mercato dell’arte, che c’è sempre stato ed è complementare al mondo artistico.

Però, mi viene da chiedere, perché investire su un’opera che non puoi vedere personalmente?

Posso chiederti com’è, da artista, il tuo rapporto con i social?

Sono del parere che bisogna sfruttare ogni risorsa che abbiamo, compresi i social, senza intraprendere discorsi che scadono nel moralismo.

Senza titolo, Daniele Di Girolamo

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