Artemisia Gentileschi
Dizionario Arte

Artemisia Gentileschi pittrice. Una personalità formidabile

Artemisia Gentileschi pittrice,  figlia di Orazio (Roma 1593-Napoli 1652/53) fu una delle più illustri pittrici caravaggesche e una personalità formidabile. Mostrò notevole talento già da adolescente, si costruì presto una reputazione europea e visse con una indipendenza rara per una donna del tempo. Dal 1630 circa lavorò principalmente nella nativa Roma, a parte gli anni tra il 1612 e il 1620, quando visse a Firenze (nel 1616, a soli 23 anni, fu la prima donna a essere accolta nell’Accademia del disegno).

Intorno al 1630 si stabilì a Napoli, ma tra il 1638 e il 1641 fu in Inghilterra, probabilmente per assistere il padre malato. Sebbene non ci siano dubbi che si sia formata con Orazio, la sua forza e lo stile drammatico la differenziano molto dal padre, come si vede nel più rappresentativo dei temi da lei dipinti, Giuditta e Oloferne, un soggetto che nella sua opera torna più volte (uno dei più begli esempi si trova agli Uffizi, Firenze).

La predilezione di Artemisia Gentileschi pittrice per un tema così cruento si può collegare con un tragico evento della sua vita. All’età di 17 anni denunciò Agostino Tassi che l’aveva violentata e fu torturata durante il processo. Per questo la feroce intensità con la quale dipinse una donna che decapita un uomo, rappresenta la ‘rivincita’ pittorica delle sue sofferenze.

 

(Roma 1593-Napoli 1652/53)

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