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Book pride Milano 2019: i risultati

 

Com’è andata la fiera dell’editoria indipendente di Milano e quali sono i programmi per il futuro

Quest’anno il Book Pride 2019 porta a casa un bel risultato, non tanto per i numeri in sé, ma per quello che rappresentano: una fiera in crescita, che attira un numero sempre maggiore di interessati.

Anche qui, si potrebbe stare a lungo a parlare della differenza tra interessati e curiosi; i primi portano fatturato alle case editrici, i secondi ci pensano due volte. Tuttavia, le fiere non sono solo un mercato di vendita, ma anche importanti vetrine per sponsorizzarsi e farsi conoscere e, se la prima volta il curioso è più restio ad acquistare, la prossima chissà.

Veniamo ai numeri effettivi: Book Pride 2019 chiude con 35.000 visitatori.

Non è un numero da capogiro, ma un numero che segna un aumento di interesse. Non solo, sono messe in risalto anche quelle che sono state scelte più apprezzate da parte del pubblico.

Le novità apprezzate del Book Pride 2019

In primis, il cambio di location. La Fabbrica del Vapore si presta infatti meglio ad un evento come la fiera dell’editoria indipendente ed è un posto più apprezzato e facile da raggiungere per i milanesi.

In secondo luogo, non sono passate inosservate le nuove presenze come Adelphi, Hoepli e Cortina, sinonimo di crescita della qualità anche a livello di offerta.

Inoltre, il tema di quest’anno, “Ogni desiderio”, si prestava bene a dialoghi di spessore e interazioni col pubblico che non sono per niente scontate. Tra gli incontri più seguiti quello che ha visto sullo stesso palco Paolo Giordano, Nicola Lagioia, Paolo Cognetti e Walter Siti. Tutti vincitori del Premio Strega intervistati su temi come il desiderio che crea la pubblicazione del libro e cosa cambia dopo la vincita del premio.

Un calendario per le fiere del libro italiane

Al Book Pride era presente anche il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Alberto Bonisoli, con un incontro dedicato alla nuova legge del libro. Durante il discorso il ministro si è soffermato sull’importanza strategica delle fiere del libro, affermando: «Sono decisive per la promozione della lettura, per questo vorrei lavorare a un calendario organico di tutti gli eventi».

Un’agenda delle fiere del libro univoca e promossa dal ministero quindi. Non una cosa da niente, perché porterebbe all’affermazione, molto desiderata da chi le fiere le fa e le organizza, di uno status quo di cui le fiere italiane hanno bisogno. Non solo le fiere, ma l’editoria nazionale ne gioverebbe molto, per non parlare del pubblico di lettori.

 

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