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Brandizzo, violazioni sulla sicurezza strappano 5 vite

Si colora di toni sempre più scuri la strage di Brandizzo. L’incidente ferroviario costato la vita a 5 operai travolti dal treno in corsa mentre erano al lavoro sui binari assume tratti poco precisi e le indagini degli inquirenti aprono nuove ipotesi.

La Procura di Ivrea che si sta occupando di condurre l’inchiesta sull’episodio ha aperto un fascicolo contro ignoti ma la prospettiva che si starebbe facendo largo è quella di avere presto nel registro indagati nomi e cognomi.

Il riscontro verso cui starebbero approdando le indagini parla di “gravi violazioni delle procedure di sicurezza”, con la possibilità di giungere al reato di omicidio e disastro con dolo eventuale. Ovvero ciò indicherebbe la presenza di un atto volontario e non colposo come si considerava in prima istanza.

Brandizzo, violazioni sulla sicurezza strappano 5 vite
Brandizzo, violazioni sulla sicurezza strappano 5 vite

La Procura prosegue le indagini sull’incidente di Brandizzo: possibile reato volontario

Sono ancora tanti, troppi, gli aspetti poco chiari connessi all’incidente mortale di Brandizzo. Lo scontro tra il treno passeggeri e i 5 operai al lavoro sui binari nella notte tra mercoledì 30 e giovedì 31 agosto è stato drammatico, e ha sconvolto l’intera comunità del torinese.

Ora però si pretende giustizia, e i PM Giulia Nicodemo e Valentina Bossi, della Procura di Ivrea, sono al lavoro per far proseguire in modo rapido e snello le indagini su quanto accaduto. Ciò che si vuole scoprire è in particolare il perché un dramma simile sia potuto accadere.

Brandizzo, violazioni sulla sicurezza strappano 5 vite
Brandizzo, violazioni sulla sicurezza strappano 5 vite

Dopo una prima ipotesi che puntava sulla fatalità ecco farsi largo l’idea che l’incidente possa essere dipeso da “gravi violazioni delle procedure di sicurezza”. Questa la frase impiegata dalla procuratrice capo Gabrielle Viglione a proposito degli ultimi sviluppi toccati dall’inchiesta.

Il nodo della questione verterebbe sulla comunicazione, ovviamente mancata, tra la squadra di operai della ditta Sigifer al lavoro per la manutenzione dei binari nel tratto limitrofo a Brandizzo, e il sistema ferroviario, che aveva programmato il transito sulla medesima linea Torino-Milano di quel convoglio passeggeri vuoto e destinato allo spostamento di vagoni da Alessandria.

Giallo sui perché dell’incidente a Brandizzo: tutti i punti su cui far luce

Come detto sono davvero troppi i punti su cui occorre fare luce circa l’incidente ferroviario avvenuto nei pressi della stazione di Brandizzo, nel torinese. In primis il dubbio degli inquirenti si legherebbe all’assenza di un nulla osta per l’avvio del cantiere nel quale la squadra di 7 operai avrebbe dovuto lavorare.

I lavori potrebbero perciò essere cominciati prima, senza permesso, e pure con la presenza del semaforo verde, quello cioè che specifica il possibile transito di treni lungo i binari, ben acceso. Quello che appare evidente ma spinge a farsi nuove domande è relativo al fatto che la circolazione dei treni in quel tratto non era certamente stata sospesa, e i binari decisamente non erano morti.

Quindi chi ha autorizzato i lavori? Chi ha dato il via libera al treno? Il primo riscontro sembra spingere verso un avvio del cantiere in anticipo, e un passaggio del treno in ritardo. Quello che però appare strano, nonché assurdo, è che a mancare sia un’autorizzazione ufficiale che dia conferma dell’avvenuta comunicazione tra le parti in gioco.

Brandizzo, violazioni sulla sicurezza strappano 5 vite
Brandizzo, violazioni sulla sicurezza strappano 5 vite

Si parla per i binari di Brandizzo di pari e dispari per distinguere le due linee parallele che corrono nell’area del Comune piemontese. A quanto risulta sul binario pari, di competenza della Sigifer e dei 7 operai, l’ultimo treno doveva passare poco prima della mezzanotte (il 2044 da Milano a Torino).

Visto scorrere questo convoglio come da programma la squadra si sarebbe messa al lavoro, sicura che nessun altro mezzo sarebbe passato. E invece passano pochi istanti e a passare sul medesimo binario è il treno 14950, da Alessandria a Torino. Un semplice trasporto di vagoni da una stazione ad un’altra, forse in ritardo. Gli operai non se lo aspettano, non lo vedono, non è pronosticato. Il resto è noto.

Errore, leggerezza, qualsiasi sia il motivo di tale tragico epilogo è necessario però cercare di fare chiarezza. Capire di chi può essere la colpa, se ve n’è una sola. Ancora più impellente è però comprendere come nel 2023 non sia ancora a disposizione un sistema di doppio controllo volto proprio ad evitare che un disguido, una disattenzione, un’errata comunicazione, possano causare incidenti di questo tipo. Perché pare assurdo si debbano piangere, ancora una volta, 5 morti sul lavoro.

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