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Buonasera Aroldo, buonasera Giuliana

La regista e giornalista Anna Testa ha realizzato un dovuto omaggio a una coppia storica del teatro italiano, Aroldo Tieri (scomparso nel 2006) e Giuliana Lojodice. Con il libro anche un documentario in Dvd, presentato al Roma Fiction Fest 2008 Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice hanno dato vita a uno dei sodalizi più lunghi e soprattutto artisticamente meglio assortiti del teatro italiano. Simile a quello fra Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer o forse più affine – come ricorda Franco Cordelli – alla ditta Stoppa-Morelli. Settant’anni di teatro lui, scomparso nel 2006 a quasi novanta primavere d’età, cinquanta (per ora) lei, ancora più che mai calata nella professione di attrice (è in tournée con la ripresa delle Conversazioni di Anna K. – testo vincitore del Premio Riccione 2008, scritto e diretto da Ugo Chiti).

Su questa coppia capace di restare unita per decenni, condividendo gli stessi palcoscenici dagli anni Sessanta fino alle soglie del nuovo millennio, la regista e giornalista Anna Testa ha realizzato prima un bel documentario, presentato in anteprima nel 2008 al Roma Fiction Fest, e ora un libro, intitolato Buonasera Aroldo, buonasera Giuliana (B.C. Dalai editore, 215 pagine, con inserto fotografico e Dvd allegato).

Strutturato in due "atti", il libro correttamente distingue fra la vita e il percorso artistico dei due attori "prima" e "dopo" la loro unione, scaturita (naturalmente su un palcoscenico) nel 1966 e proseguita in un crescendo di successi. Che a teatro (per tacere dunque delle tante occasioni televisive interpretate quando la Tv riconosceva ancora il proprio debito alle arti che l’avevano preceduta) ebbero inizio con l’Antigone di Sofocle, diretta da Mario Ferrero, e proseguirono con Shakespeare, Pirandello, Joyce (Esuli, diretto da Sciaccaluga nel 1986), ma anche (e per certi versi soprattutto) con Molière, Feydeau, Hennequin/Bilhaud e poi Albee, Coward, Shaw, Priestley (Un ispettore in casa Birling, traduzione e adattamento di Tullio Kezich). Interpreti di un "teatro borghese" che li definiva perfettamente ma che – ricorda Cordelli nel breve intervento già citato, unito a quelli (alcuni francamente insospettabili) di Maurizio Costanzo, Mariangela Melato, Giuseppe Piccioni, Folco Quilici, Renato Zero, Gianni Letta e Agazio Loiero – non rende loro giustizia a causa dell’accezione negativa che accompagnava la definizione negli anni caldi della contestazione.

Per tutto il corso degli anni Novanta, fino al ritiro dalle scene di Aroldo – di 23 anni più maturo di Giuliana – la coppia ha poi lavorato con il regista Giancarlo Sepe, confrontandosi ancora una volta con testi della più pura tradizione del teatro brillante (Il tacchino di Feydeau) ma anche con appassionate regie (come quella di Care conoscenze e cattive memorie, di Israel Horowitz, di cui il Dvd riporta ampi stralci), capaci di mettere in luce il perfetto affiatamento raggiunto dai due in scena. L’ultimo lavoro della ditta Tieri-Lojodice (calabrese innamorato della propria terra, lui, sanguigna pugliese lei, a dispetto dell’immagine assolutamente british del primo e nordica della seconda) fu su un testo di Marguerite Duras, L’amante inglese, sorta di passaggio del testimone alla sola Giuliana, che di lì avrebbe continuato una carriera praticamente senza "bassi" ma di soli "alti", concedendosi anche qualche partecipazione di lusso al cinema, come la parte della direttrice fascistissima ne La via è bella di Roberto Benigni – film vincitore di tre Oscar – o quella della madre della suora interpretata da Margherita Buy in Fuori dal mondo di Giuseppe Piccioni.

La carriera di Aroldo Tieri prima nel cinema, dove fu spesso accanto a Totò in pellicole fortunatissime al botteghino ma riabilitate dalla critica solo in un secondo tempo, poi in televisione e naturalmente a teatro – dove esordì nel 1938 (fresco diplomato d’Accademia) nella Francesca da Rimini di D’annunzio, diretta da Renato Simoni – non è riassumibile in due parole e quindi lasceremo ai lettori del libro il gusto di ripercorrerla nelle sue tappe fondamentali. Tieri era dotato di un talento straordinario, temperato solo da una certa pigrizia intellettuale che proprio Giuliana contribuì a scuotere, mettendo in risalto la sua capacità (mai irridente, mai compiaciuta, mai falsa) di rendere tutti i registri dell’attore – dal tragico al brillante, dal drammatico al comico – con l’apparente naturalezza che posseggono solo i giganti delle scene.

Due parole infine sul Dvd che si trova allegato al libro, in cui per oltre un’ora (più due contributi separati che contengono le interviste integrali ai protagonisti, quella ad Aroldo realizzata da Maurizio Costanzo e quella a Giuliana firmata dall’autrice) ci sono solo loro, Tieri e Lojodice, anzi Tieri-Lojodice. Sempre insieme, inscindibili.

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