Arte

“Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice” dal 14 febbraio a la mostra curata da Sgarbi

Da Cimabue a Morandi. “Bologna è una città di pigri e di morti, spero che si sveglino e vengano a vedere queste opere a Palazzo Fava

Da Cimabue a Morandi. “Bologna è una città di pigri e di morti, spero che si sveglino e vengano a vedere queste opere a Palazzo Fava, perché si tratta di un’antologica sull’arte bolognese, fortemente pedagogica, ed io che sono un vero comunista bolognese, voglio che la gente venga a vederla” la spara  come al solito grossa sono Vittorio Sgarbi alla presentazione della mostra “Da Cimabue a Morandi. Felsina pittrice”, di cui è curatore, dal 14 febbraio al 17 maggio a Palazzo Fava.

 “Chi critica questa mostra Da Cimabue a Morandi. “Bologna è una città di pigri e di morti, spero che si sveglino e vengano a vedere queste opere a Palazzo Fava

 “Chi critica questa mostra dicendo che abbiamo depauperato la Pinacoteca nazionale di Bologna e gli altri musei della città, deve tornare a studiare, deve tornare all’asilo” continua il contoverso critico d’arte, che replica così all’iniziativa di Italia nostra per bloccare la mostra. Ed è proprio lo spazio in cui si terrà la mostra, uno dei musei privati della rete di Genus Bononiae,  targata dall’ex rettore dell‘UniBo Fabio Roversi Monaco, ad aver scatenato la furiosa polemica riassunta nella lettera dei 130 professori, tra i quali gli storici d’arte Daniele Benati e Tommaso Montanari, e lo storico Carlo Ginzburg, in cui ci si scagliava sulla concessione a un privato di alcuni dipinti già presenti nei musei civici della città di Bologna.

Da Cimabue a Morandi. Aprirà nel prossimo febbraio

L’esposizione che aprirà i battenti nel prossimo febbraio 2015 metterà in mostra, secondo il gruppo di docenti capitanati appunto da Benati, in uno spazio museale privato, alcune opere importanti già visitabili nelle sale dei musei civici di Bologna: L’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, ospitata alla Pinacoteca Nazionale; la Maestà di Santa Maria dei Servi del Cimabue, ammirabile nelle stanze della Chiesa dei Servi e in un primo momento anche il quadro di Vitale da Bologna, sempre in Pinacoteca, di San Giorgio e il Drago, che però non verrà più spostato.
Inoltre, sempre secondo il manifesto firmato in rete anche, tra gli altri, da Carlo Ginzburg della Normale di Pisa, da Keith Christiansen del Metropolitan Museum di New York, da Bruno Toscando della Fondazione Longhi e da Steven Ostrow dell’Università del Minnesota, solo per citarne alcuni, la mostra “è priva di alcun disegno storico e della benché minima motivazione scientifica, un insulto alle opere, trattate come soprammobili e all’intelligenza del pubblico”.

“Il punto è che Genus Bononiae. Da Cimabue a Morandi

“Il punto è che Genus Bononiae, da fondazione culturale di supporto, è diventata una diretta concorrente dei musei pubblici prendendone opere e sottraendo quindi visitatori nelle sale dei civici. Non vorrei arrivassimo tra un po’ ad un’esposizione di quadri dei musei pubblici in mezzo alla strada sotto le Due Torri! ” conclude ironizzando Benati.

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