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David Thomas e i due ragazzi pallidi

Intervista al leader dei Pere Ubu e dei Two Pale Boys, il cui nuovo disco, Surf’s Up!, è da poco arrivato nei negozi L’uscita di Surf’s Up! è il pretesto per quest’intervista con David Thomas, il grande musicista che, con i Pere Ubu e con altre formazioni collaterali come i Two Pale Boys, ha scritto alcune delle pagine più importanti della musica rock d’avanguardia degli ultimi venticinque anni. La parola al conciso e spesso sibillino Re Ubu… Quali sono le differenze fra Surf’s Up! e il primo album in studio di David Thomas And Two Pale Boys, Erewhon? Il soggetto dei brani è differente e i due dischi sono stati prodotti con metodologie diverse. Come produttore sono maturato significativamente rispetto al primo album. Lei considera i brani del nuovo lavoro come un’espressione di musica folk? La musica rock è la musica folk del continente americano così, da questo punto vista, i pezzi li considero musica folk. Sono sempre stato attratto dalla musica rock come espressione folk. Il folk è un veicolo di grande perspicacia e profondità. Perché avete deciso di registrare Surf’s Up, il brano dei Beach Boys? Perché, in un modo chiaro e preciso, era il brano di cui avevamo bisogno per completare il disegno che stavamo preparando con l’album. Qual è il suo disco preferito dei Beach Boys? Io non penso in termini di lavori preferiti. Pet Sounds è chiaramente il più grande album registrato mentre Smile è il più grande album che non è mai stato registrato ( Smile è il mitizzato album abortito dai Beach Boys nel 1966, ndr). Presto, lei tornerà in concerto con la Pale Orchestra (supergruppo con Chris Cutler, Linda Thompson, Peter Hammil, Jackie Leven e altri, ndr): gli spettacoli saranno basati sul disco Mirror Man, inciso un paio di anni fa con quella formazione? Sì, saranno basati su Mirror Man . Riprenderò la rappresentazione teatrale per alcune esibizioni in Gran Bretagna nel mese di maggio. Lei ritiene che il suo ruolo come musicista/frontman sia differente nei Pere Ubu e nei Two Pale Boys? No. I Pere Ubu e i Two Pale Boys sono differenti perché sono diverse le persone che prendono parte ai progetti. Io però sono la stessa persona in entrambi i gruppi e sono anche il capo di entrambe le formazioni. I Pere Ubu hanno una sezione ritmica e questo enfatizza la struttura musicale. I Two Pale Boys, invece, non enfatizzano la decostruzione musicale: temi, storie, caratteri e visioni dei pezzi sono suddivisi. Si può affermare che David Thomas And Two Pale Boys sono più minimalisti rispetto ai Pere Ubu e all’altro gruppo che lei ha costituito di recente, David Thomas And Foreigners? No. Con i Two Pale Boys facciamo più rumore più possibile: Keith è capace di generare quattro voci strumentali mentre Andy almeno un paio, di cui una è un loop. Questo spiega che noi non facciamo intenzionalmente meno rumore degli altri gruppi menzionati. Il punto è che nei Two Pale Boys siamo giusto in tre, mentre le altre formazioni sono più numerose. Più è sempre meglio: si tratta di una delle poche leggi universali dove non ci sono eccezioni. Nel futuro, ha in programma un secondo album con i Foreigners? Per il momento non vi è alcun piano, anche se ciò non esclude prossime collaborazioni. In marzo sarò in Danimarca (patria dei Foreigners, ndr) per un breve tour e senz’altro discuteremo se fare ancora qualcosa insieme. Come mai lei ha interrotto il contratto con la Cooking Vinyl, la sua precedente etichetta discografica? Semplicemente perché loro non volevano pubblicare Surf’s Up! . Lei e il cantautore scozzese Jackie Leven da qualche tempo lavorate spesso insieme. Avete nuovi programmi di fare qualcosa insieme, oltre ai già citati concerti con la Pale Orchestra? Ogni tanto ci esibiamo sotto il nome Ubudoll (nome che è la combinazione di Pere Ubu e di Doll By Doll, l’ex formazione di Jackie Leven, ndr). Jackie è un uomo rispettabile con passioni che si adattano perfettamente a me. Insieme facciamo scintille. Le nostre idee di geografia sono complementari. Ci piace stare insieme e fare musica in coppia. Qualche giorno fa, è morto John Fahey. Cosa ne pensa della sua musica e come considera il modo senza compromessi in cui egli ha vissuto? John Fahey era un’influenza musicale per lei? Mi piaceva la sua musica anche se non sono mai stato quel che di dice un fan, così non posso affermare che per me John Fahey fosse un’influenza. (cico casartelli)

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