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Spettacolo

DISINCANTO – LA NUOVA SERIE DI MATT GROENING

Una principessa alcolista e fannullona, un elfo impacciato e ingenuo e un demone malefico. Questi sono i tre protagonisti principali di Disincanto, la nuova serie tv ideata da Matt Groening.

Disincanto

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Una scena del primo episodio di Disincanto

Ideata dal creatore de I Simpson e di Futurama, Matt Groening, Disincanto è la nuova serie cartoon disponibile su Netflix a partire dal 17 agosto 2018. Dopo aver trattato il presente e il futuro, Groeing ha deciso di ambientare lo show nel passato, precisamente nel Medioevo. Un mondo magico popolato da strane creature e da piccoli regni: questo è l’universo di Disincanto.

La protagonista è Tiabeanie, detta Bean, doppiata da Abbi Jacobson. Si tratta di una principessa decisamente anticonvenzionale, dedita all’alcol e ai divertimenti, ma allergica alla sola idea del matrimonio. Accanto a lei ci sono Elfo (doppiato da Nat Faxon) e il demone Luci (doppiato da Eric Andre), suoi compari nelle avventure.

Attualmente, sono previsti venti episodi, suddivisi in due stagioni da dieci episodi l’una. Per ora è disponibile la prima stagione.

Tra ironia e citazioni

Come ne I Simpson e in Futurama, anche in questa nuova serie ci sono diverse citazioni. Astuta quella in riferimento al Trono di Spade, quando uno dei fidanzati di Bean finisce infilzato su un trono fatto di spade nella sala in cui si sta svolgendo il matrimonio tra lui e la principessa. E, ovviamente, ci sono riferimenti alle case d’oppio, ai bar, ai rave e a tanti altri aspetti.

Ogni puntata, ovviamente, si svolge all’insegna dell’ironia, e spesso anche della satira. L’alcolismo di Bean, per esempio, è il leitmotiv satirico della serie: esso potrebbe essere inoltre una buona satira dello stereotipo della ragazza contemporanea. Un tipo di giovane donna con molti propositi, ma radicata nei vizi e con nessuna prospettiva concreta. Fortunatamente, si tratta solo di uno stereotipo – o forse no?

Parzialmente deplorevole l’uso di parolacce e termini volgari, assenti nelle stagioni più recenti de I Simpson. Ricorrere alla volgarità, infatti, potrebbe essere scambiato per un espediente che celi la mancanza di idee brillanti. Per la seconda stagione, dunque, sarebbe auspicabile una maggiore ricerca nell’uso della satira e delle citazioni, elementi vincenti de I Simpson.

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