Il trionfo in finale sul Portogallo. Ecco chi sono gli azzurrini campioni d’Europa
Azzurrini U19
Dopo i due scudetti Primavera con la Lazio, dimostra ancora una volta di saperci fare con i giovani. Porta sul tetto d’Europa una squadra che ha rischiato di perdersi per strada durante il lungo anno delle qualificazioni, ma poi è cresciuta a dismisura.
Bravo a leggere le partite e anche ad allenare i suoi ragazzi a saper fare più cose, per ruoli e interpretazione. In corsa per la panchina dell’U21, si è giocato al meglio le sue carte.
Decisivo in finale, quando blinda l’1-0 sul colpo di testa di Fernandes. L’incertezza contro la Polonia è stata dimenticata a suon di belle parate, con un crescendo di sicurezza. Smaliziato anche nel giocare col cronometro, gli ha fatto bene passare dalla C.
Fresco di passaggio al Sassuolo dopo una vita nella Roma, non si è fatto mai frastornare dalla novità. Esterno difensivo solido, capace di muoversi con sicurezza sia a destra sul piede forte sia dall’altra parte. Due presenze da titolare nell’ultima Serie A con Mourinho.
Figlio d’arte, atalantino come papà Pierre. Giorgio, è uno di quelli che sanno fare più cose e piacciono tanto a Bollini: laterale mancino di ruolo, dimostra di essere a suo agio anche da centrale d’impostazione sia a tre sia a quattro. Partitona in finale, sulla catena mancina.
Alessandro DELLAVALLE (difensore)
La storia è fantastica: due cugini, avversari nei derby di campionato Primavera, ma titolari insieme in azzurro.
È accaduto nelle due partite più importanti, semifinale e finale. Alessandro, reduce da un’ottima stagione nel Toro di Scurto, si candida per una chance anche tra i grandi con Juric.
Fabio CHIARODIA (difensore)
Altro uomo mercato: nato in Germania da genitori italiani, poco prima che iniziasse l’Europeo è passato per ben 2 milioni di euro dal Werder Brema al Borussia Monchengladbach. Si è visto solo contro la Polonia, unica partita in cui Bollini ha scelto la difesa a tre. Ne sentiremo parlare.
Michael KAYODE (difensore)
Il gol in finale, che si ricorderà per tutta la carriera, è il giusto premio a un Europeo da giocatore fatto e finito: fisico sopra le righe, ma anche l’adattabilità a più ruoli: terzino destro naturale, ma anche a sinistra nella difesa a quattro, quinto o ala nel tridente.
Campione d’Europa U19 come Alberto Aquilani, suo maestro nella Primavera della Fiorentina. Nato a Borgomanero e di origini nigeriane, ha mai mollato anche negli anni in cui ha vissuto delle difficoltà.
Giacomo FATICANTI (centrocampista)
Uno dei quattro che avevano masticato amaro, dopo aver perso la finale del Mondiale U20. Qui è il capitano come nella Primavera della Roma e si prende la fascia dopo aver saltato le prime due, tra una squalifica e qualche acciacco. Poi diventa, ovviamente, punto fermo. Fisico e senso della posizione da giocatore maturo, ricorda De Rossi. Adesso torna nelle mani di Mou.
Cher NDOUR (centrocampista)
Contro il Portogallo che conosce bene, lui che è reduce dall’esperienza nel Benfica ha chiuso un po’ in affanno, dopo aver saltato la semifinale per squalifica.
Durante l’Europeo è diventato ufficialmente un giocatore del Paris Saint Germain, dove porterà a Luis Enrique un contributo di doti fisiche fuori dal comune. Si è visto a sprazzi, può essere dominante più di quanto lo sia stato in questa spedizione maltese.
Niccolò PISILLI (centrocampista)
Il suo gol alla Spagna è stato un capolavoro: dribbling a velocità elevatissima ed estrema sensibilità di tocco per andare in porta. Lui è un incursore nato, Faticanti un equilibratore: coppia perfetta nell’Italia e nella Roma. Tra i quattro reduci dalla U20.
Luis HASA (centrocampista)
Uno dei piatti più gustosi cucinati nel pentolone tattico di Bollini. Trequartista, esterno d’attacco, poi mezzala atipica in semifinale e finale con compiti di copertura. Mette agli atti un gol e ben 4 assist. E’ alla Juventus da una vita e ora lo aspetta la Serie C con la U23.
Luca LIPANI (centrocampista)
Contro la Spagna, un suo colpo di testa anche lui reduce dal Mondiale U20 ha spinto l’Italia a giocarsi il titolo. Chiude da attore protagonista: due gol, ma anche l’ingenua espulsione contro il Portogallo che ha spezzato le gambe all’Italia nella sfida del girone.
Macchia cancellata anche entrando con grande determinazione nel secondo tempo della finale. Gilardino l’ha visto crescere nella Primavera del Genoa, ora lo testerà in A.
Samuele VIGNATO (attaccante)
Numero 10 dal passo veloce ma dallo spirito antico, il fratello minore di Emanuel vedrà certamente moltiplicarsi in Serie A le 5 presenze che Palladino gli ha concesso nel Monza.
Dribblomane, nelle vene gli scorre sangue brasiliano grazie alla mamma. Talento capace di spaccare le difese palla al piede, come ha fatto con la Polonia per mandare in porta Hasa.
Francesco Pio ESPOSITO (attaccante)
Porta una gioia a casa, dopo le varie finali e spareggi perse dai fratelli. Segna solo su rigore contro Malta e sul fatturato offensivo da prima punta dovrebbe migliorare.
Ma produce tanto e ha un’intelligenza calcistica superiore: non gioca solo di fisico ma esce dall’area, rifinisce, svuota spazi che vanno a riempire i compagni. L’Inter lo sa, un anno di scuola in Serie B può fargli solo bene.
Luca KOLEOSHO (attaccante)
Quattro passaporti e la scelta azzurra, dopo essere passato anche dalla Nazionale maggiore canadese. Parte titolare nel tridente e diventa un’alternativa, comunque utilissima nei finali contro Spagna e Portogallo. Ha già segnato in Liga con l’Espanyol che però è retrocesso, il suo futuro è da decifrare.
Nicolò TURCO (attaccante)
Titolare senza troppa fortuna col Portogallo nel girone, poi solo spezzoni. Riserva di Esposito nel ruolo di prima punta, l’attaccante della Primavera della Juventus risulta comunque utile nelle rotazioni.
Luca D’ANDREA (attaccante)
Frizzante all’esordio contro Malta, sbaglia un rigore ma si riscatta con la punizione vincente (deviata dalla barriera). Poi viene frenato da qualche problemino muscolare e guarda le ultime tre dalla panchina. Col Sassuolo già 5 presenze in A.
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