Mame Moda Fashion Revolution 2018 #womademyclothes. #fashionrevolution
Moda,  Milano

FASHION REVOLUTION 2018: #WHOMADEMYCLOTHES

Fashion Revolution 2018: la moda dice basta allo sfruttamento della manodopera

La moda fa un passo indietro rinnegando il fast fashion, sotto accusa di sfruttare la manodopera e di coadiuvare l’azione di inquinamento terrestre. Nasce, così, Fashion Revolution 2018.

In un precedente articolo (clicca qui per leggere l’editoriale) abbiamo reso noto quanto il tema dell’eco-sostenibilità sia oramai dibattuto su più fronti.

La moda italiana è scesa in campo per dire stop allo sfruttamento dei lavoratori (spesso minorenni) e all’eccessivo uso di additivi inquinanti nelle produzioni low cost.

Le coscienze si svegliarono cinque anni fa.

Il 24 aprile del 2013, 1133 persone persero la vita nel crollo di una fabbrica d’abbigliamento a Rana Blaza in Bangladesh; più di 2500 furono i feriti.

Da quel giorno il mondo intero fu costretto a ribellarsi contro il lato oscuro che si cela dietro il fast fashion dove le regole, chiaramente, sono spesso raggirate a scapito dei lavoratori.

A seguito della sciagura in Bangladesh è stato fondato il movimento #fashionrevolution – dal 23 al 29 aprile 2018 si tiene la Fashion Revolution Week-, oggi attivo in cento paesi in tutto il mondo.

Questa attività fu ideata in Gran Bretagna da Carry Somers e Orsola de Castro, oggi portavoci del fair trade.

A seguito del successo della Fashion Revolution Made UK, anche Milano fa sua l’iniziativa lanciata da Somers e de Castro.

Mame Moda Fashion Revolution 2018 #womademyclothes. Logo
Logo della manifestazione milanese

Il prossimo 8 maggio 2018, nel rooftop del Superstudio di Milano si terrà la Fashion Revolution 2018.

L’evento è stato reso possibile grazie alla partnership con Fondazione Pistoletto.

L’obiettivo della serata, che ha come protagonisti l’artista Michelangelo Pistoletto e la sua opera il Terzo Paradiso, è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’eco-sostenibilità,  e rivelando tutte le alternative possibilmente fruibile nel campo del fashion.

L’evento si sviluppa in quattro macro sezioni: educazione, innovazione, moda sociale e informazione.

La manifestazione vanta presenze illustri, attive sul campo.

Lablaco – app di scambio/vendita di abiti;

Orange Fiber -azienda produttrice di tessuti derivati dagli scarti di agrumi (Salvatore Ferragamo è un loro cliente);

Wrad – brand di moda sostenibile;

Vegea –  azienda produttrice di biomateriali ottenuti dalle vinacce;

Progetto Quid – cooperativa sociale che produce indumenti handmade con tessuti pregiati messi a disposizioni da quaranta aziende tra abbigliamento e arredamento;

Frumat – attività che produce tessuti ed ecopelle ricavati dallo scarto delle mele.

Parteciperanno, inoltre, San Patrignano e Socially Made in Italy con Sartoria San Vittore.

Fashion Revolution 2018 pone un quesito indispensabile per sostenere la moda eco- friendly: #whomademyclothes?

Chi ha fatto i miei vestiti? Sostenete Fashion Revolution e le sue iniziative, utilizzate l’hashtag #whomademyclothes: aiutiamo la saluta del pianeta e debelliamo la pratica disumana dello sfruttamento della manodopera.

 

 

 

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