Futurismo
Dizionario Arte

Futurismo

Movimento d’avanguardia italiano, nato nel 1909, che esaltò il dinamismo del mondo moderno

Futurismo. Movimento d’avanguardia italiano, nato nel 1909, che esaltò il dinamismo del mondo moderno; fu letterario all’origine, ma la maggior parte dei suoi più importanti esponenti furono pittori. Toccò anche la scultura, l’architettura, la musica, il cinema e la fotografia.

La prima guerra mondiale segnò la fine della forza vitale del movimento, che tuttavia perdurò in Italia fino agli anni Trenta del Novecento ed ebbe una forte influenza su altri paesi, in particolare la Russia.
Il fondatore del futurismo fu lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti, che diede inizio al movimento con un manifesto pubblicato in francese sul giornale parigino Le Figaro il 20 febbraio 1909.

Con un linguaggio enfatico e provocatorio attaccò i valori affermati (“Diamo fuoco agli scaffali della biblioteca… sommergiamo i musei”) pretendendo il ringiovanimento culturale dell’Italia. Quindi un’arte nuova che avrebbe celebrato la tecnologia, la velocità e tutto ciò che fosse moderno.

Sebbene usasse ripetutamente

Sebbene usasse ripetutamente il pronome noi nel manifesto, non c’era allora un gruppo di artisti futuristi. Il movimento fu inusuale non solo nella scelta del nome ma anche nel fatto che iniziò con un’idea e solo gradualmente trovò modo di esprimersi in una forma artistica.

manifesto futurismo
Le Figaro, Manifesto Futurismo

Presto comunque attirò aderenti tra gli artisti italiani

Presto comunque attirò aderenti tra gli artisti italiani, in particolar modo un gruppo di pittori milanesi che contribuirono a produrre il Manifesto dei pittori futuristi. Il manifesto fu pubblicato nel febbraio 1910; redatto da Boccioni, Carrà e Russolo, fu firmato anche da Balla (che viveva a Roma) e Severini (che si trovava a Parigi a quei tempi).

Gli stessi cinque (i principali pittori del movimento) firmarono il Manifesto tecnico della pittura futurista, pubblicato nell’aprile 1910. Mentre il primo manifesto dei pittori è poco più che una ripetizione dell’enfasi marinettiana, il Manifesto tecnico suggeriva -sebbene in termini vaghi -il corso che la pittura futurista avrebbe preso, ponendo l’accento sul concetto di movimento (o dell’esperienza del movimento).

Nel provare a elaborare un linguaggio

Nel provare a elaborare un linguaggio visuale che esprimesse questa tensione, i pittori futuristi furono prima molto influenzati dal divisionismo, che suddivide le forme in piccole macchie di colore adatte a suggerire brillanti effetti di luce o le velature causate dal movimento ad alta velocità.

Dal 1911 alcuni di loro -influenzati dal cubismo -iniziarono a usare forme frammentate e punti di vista multipli, spesso accentuando il senso di movimento attraverso energiche diagonali. I loro soggetti erano tratti tipicamente dalla vita urbana, e spesso nell’intenzione erano politici, ma le loro opere si avvicinavano all’astrazione.

Boccioni (unico scultore importante nel gruppo) mostrò lo stesso interesse per il movimento nel suo Manifesto della scultura futurista, pubblicato nell’aprile del 1912. Ci furono anche un Manifesto dell’architettura futurista (1914) di Antonio Sant’Elia (1888-1916), i cui progetti formidabili e audaci restarono solo sulla carta; un manifesto musicale (vedi Russolo); e tanti altri su vari argomenti, compreso un Manifesto della lussuria futurista (1913).

Il Futurismo nella Moda. Il manifesto

Marinetti aveva un talento sorprendente

Marinetti aveva un talento sorprendente per la pubblicità (sostenuta da una sostanziosa eredità che aveva ricevuto). Il futurismo fu quindi promosso non solo attraverso questo tipo di manifesti, ma anche con mostre e conferenze pubbliche. Ed anche conferenze stampa e varie dimostrazioni di impatto pubblico, alcune delle quali prefigurarono la performance.
Anche per questa capacità di autopromozione i futuristi ebbero una larga influenza nel periodo immediatamente precedente e contemporaneo alla prima guerra mondiale.

Stilisticamente l’influenza è chiara nell’opera dei vorticisti

Stilisticamente l’influenza è chiara nell’opera dei vorticisti, di Nevinson in Inghilterra, per esempio, di Marcel Duchamp in Francia e di Joseph Stella negli Stati Uniti, mentre l’uso di manifesti provocatori e altre tattiche traumatiche furono più entusiasticamente adottati dai dadaisti.

Fuori dall’Italia fu in Russia che il futurismo ebbe il più grande impatto, anche se c’erano significative differenze tra i movimenti nei due paesi: il futurismo russo fu espresso in letteratura e nel teatro così come nelle arti visive, e unì idee moderne con un interesse per il primitivismo. Oltre che sulla pittura russa, il futurismo fu particolarmente influente sul raggismo.

Il futurismo russo fiorì

Il futurismo russo fiorì negli anni Venti del Novecento. Ma il futurismo italiano -come movimento organizzato -finì effettivamente con la prima guerra mondiale (durante la quale Boccioni, il suo esponente di maggior rilievo. E anche Sant’Elia morirono; per ironia Marinetti aveva dato il benvenuto alla guerra intesa come mezzo per ripulire il mondo).

Dei pittori dominanti dell’anteguerra solo il romano Balla rimase fedele al futurismo, il cui centro d’attività si spostò così da Milano a Roma. Dopo la guerra Marinetti continuò a portare avanti le sue attività letterarie e politiche, appoggiando il fascismo (fu amico di Mussolini). Fascismo e futurismo condivisero un nazionalismo aggressivo. I loro nomi sono spesso legati, tanto che il futurismo è stato da alcuni definito come “arte ufficiale del fascismo”, ma questa definizione non è veritiera.

Sebbene il fascismo fosse ideologicamente vicino al nazismo, all’inizio fu più tollerante e aperto nei confronti dell’arte; non c’era un’arte ufficiale del regime. Ma negli anni Trenta il pomposo stile preferito da alcuni artisti del movimento del Novecento arrivò a essere molto più vicino al regime di quanto il futurismo non fosse mai stato.

 

 

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