Arte: Giulio Salvadori Tassonomia di uno sguardo
Arte,  Mostra

Giulio Salvadori: tassonomia di uno sguardo dal 16 dicembre

Al Palazzo Espositivo della Guardia a Verona Giulio Salvadori sarà in mostra con la sua Tassonomia di uno sguardo.

DAL 16 DICEMBRE 2017 AL 7 GENNAIO 2018 GIULIO SALVADORI PRESENTA TASSONOMIA DI UNO SGUARDO A VERONA

Giulio Salvadori (1918 – 1999), esponente della pittura mantovana, ma lombardo di nascita, ha saputo coniugare nella sua arte il suo percorso di vita e i suoi studi. Attratto da sempre all’arte del suo tempo, compì diversi viaggi, soprattutto a Parigi dove studia Picasso, Modigliani, i Fauves e l’Espressionismo tedesco.

Grazie al suo talento riesce a intrecciare rapporti di amicizia con grandi artisti del panorama artistico del tempo come Carrà, Birolli e Guidi.

Salvadori è stato un grande artista del ‘900 italiano ed è in mostra a Verona con 80 opere anche di grande formato. La curatela è affidata a Federico Martinelli che ha scelto di presentare al pubblico le tematiche più rappresentative per l’artista stesso. Il protagonista delle opere di Salvadori è l’uomo.

L’uomo è rapportato a se stesso, al paesaggio, al mondo che lo circonda soprattutto legato alla sfera lavorativa e infine con l’aspetto sacro. Dell’uomo riesce a cogliere l’intera condizione che prevede anche i sentimenti e i desideri.

Una visione personale, molto puntuale, specchio dell’arte e del pensiero artistico italiano e non solo di buona parte del ‘900.

La mostra

Martinelli descrive così la mostra “Salvadori è il primo artista non veneto che presento in Gran Guardia. Un privilegio ancor più grande. Il suo racconto artistico, frutto di una straordinaria maturità tecnica già presente agli esordi del suo percorso, non mancherà di regalare forti emozioni. Una mostra autentica! Vera! Genuina. L’anima dell’uomo sarà scandagliata senza riserve grazie alla significativa sensibilità di un grande Maestro italiano“.

Salvadori è un uomo che è stato in grado di porsi domande, molte delle quali hanno avuto risposta. Le risposte sono arrivate dal suo sguardo sensibile alle tematiche e alle problematiche universali. Voleva essere un pittore comunicativo, non perfetto, ma vero in quello che rappresentava.

Le sue figure sono cupe con i tratti del volto tristi, riflesso della società del tempo? Possibile, una cosa è certa di brutture Salvadori ne ha viste nella sua vita avendo partecipato alla guerra come Tenente. Le figure ritratte sono presenti nell’opera ma non il loro sguardo, quello è assente.

Poi si incontra il tema sacro, una sorta di ago della bilancia per Salvadori, dunque non più la quotidianità del “suo uomo” ma la sua spiritualità. Dove l’espressività è sorda ma marcata, i tratti sono sempre spessi e gli elementi si mixano lanciando un linguaggio altamente contemporaneo. Non c’è distinzione alcuna nei suoi personaggi ci sono tutti, ma proprio tutti dalle prostitute ai nazisti, dai ladri alle persone senza fede.

Un artista autodidatta che ha voluto dipingere sempre per il gusto di farlo, non per gli altri ma per se stesso, ed è quello che ha fatto fino alla sera prima di morire.

Palazzo Espositivo della Gran Guardia, Verona: come arrivare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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