Gli 80 anni di Boninsegna
Roberto Boninsegna compie 80 anni. Per il famoso giornalista sportivo Gianni Brera merita il soprannome di Bonibomba, a sottolineare le sue notevoli doti realizzative, che lo fanno diventare vice-campione del mondo con la Nazionale, guidata da Ferruccio Valcareggi ai Mondiali di Messico ’70.
Boninsegna non era particolarmente alto ma aveva un gran forza fisica, abbinata a esplosività nelle gambe e ottima elevazione. L’archetipo del centravanti, almeno come veniva inteso fino a qualche anno fa.
Nato a Mantova, è anche allenatore e dirigente sportivo, proprio nella città natale. In Italia gioca, dal 1963 al 1981, in numerose società: Prato, Potenza, Varese, Cagliari, Inter, Juventus e Verona, prima di concludere la carriera agonistica nella Viadanese.
Nel suo palmarès ci sono tre scudetti: uno con i nerazzurri (70/71) e due consecutivi con i bianconeri (76/78). A Torino conquista anche una Coppa Italia e una Coppa UEFA, mentre a Milano vince due volte il titolo di capocannoniere della Serie A e in 197 presenze segna 113 reti.
Nella classifica marcatori all time, è al 19° posto grazie ai 163 gol in 366 presenze (dal 1965 al 1979, media 0,45).
Boninsegna
Segnava tanto, avevo un tiro preciso e forte: quando calciava il pallone filava via velocissimo. Irascibile e passionale, l’area di rigore era il suo terreno di caccia. E poi una coordinazione perfetta, che gli permetteva acrobazie per altri impossibili.
Come ad esempio la rovesciata con cui segnò al Foggia, con la maglia dell’Inter, nel gol che lui stesso sostiene essere il più bello dei 171 realizzati in nerazzurro. «Riva era il più forte, Bettega il più intelligente. Io il più completo», ripete spesso Boninsegna.
Gli anni al Cagliari
Tifoso dell’Inter fin da piccolo, quando ancora giocava nella squadra della parrocchia della sua città, Mantova. In nerazzurro ha poi mosso i primi passi, sgrezzato anche da Giuseppe Meazza, che lo trasformò da ala in centravanti. Ma il Mago Herrera non lo vedeva così, dopo qualche anno passato in prestito tra Prato, Potenza e Varese, l’Inter lo cede a titolo definitivo al Cagliari.
In tre anni in Sardegna si afferma a grandi livelli e conquista la maglia della Nazionale. A dividere con lui la scena Gigi Riva, amico e rivale. Entrambi mancini, entrambi bomber letali. Col Cagliari Bonimba totalizza 103 presenze e 29 gol.
Le vittorie e i gol con l’Inter
Nel 1969 il Cagliari ha bisogno di soldi, deve vendere uno tra Riva e Boninsegna. Così Bonimba torna all’Inter e vede il Cagliari vincere lo storico scudetto del 1969/70. In nerazzurro però si rifà presto. Vince lo scudetto nel 1971 e per due volte la classifica dei cannonieri in serie A (1971 e 1972).
In quegli anni è anche protagonista della ‘Partita della lattina’, quando contro il Borussia Monchengladbach, in Coppa dei Campioni, viene colpito da una lattina di coca cola lanciata dagli spalti. La gara verrà rigiocata e l’Inter arriverà fino alla finale, poi persa con l’Ajax di Cruijff.
Il tradimento
Nel 1976 l’Inter tradisce il suo bomber e lo manda contro la sua volontà alla Juventus in cambio di Anastasi e un conguaglio di 700 milioni di lire. Nonostante i 33 anni compiuti Bonimba, in coppia con Roberto Bettega, alla Juve vince due scudetti, una Coppa Uefa e una Coppa Italia, segnando 35 reti in 94 gare.
La Nazionale e il sogno spezzato di Messico ‘70
In Nazionale Boninsegna salta gli Europei del 1968, ma partecipa ai Mondiali di Messico ’70 al posto di Anatasi. In coppia con Riva vive la Partita del secolo contro la Germania Ovest, segnando e fornendo a Rivera l’assist per il gol del decisivo 4-3 ai supplementari. In finale con il Brasile di Pelé tiene a galla gli azzurri nel primo tempo con la rete dell’1-1, nella ripresa i verdeoro dilagheranno e vinceranno 4-1.
Conclusione: Boninsegna compie 80 anni.
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