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Guerra in Medioriente, tutti gli errori di Israele dal 1967 ad oggi

Gli errori di Israele non intendono assolvere l’azione terroristica di Hamas, ma possono aiutare a capire una delle questioni politiche più complesse del pianeta. Nel corso della lunga diatriba tra Israele e Palestina anche lo Stato Ebraico ha commesso degli errori, per i quali paga i continui attacchi. La questione però non risale sicuramente agli attacchi del mese scorso.

Anzi, l’attacco simultaneo del 7 ottobre rappresenta solo la punta di un iceberg ben più profondo contenente tutti gli errori di Israele. Dall’occupazione graduale dei territori palestinesi dopo il 1967 a operazione Piombo fuso, lo Stato Ebraico ha commesso dei torti anche vistosi. Ecco perché per arrivare ad una convivenza pacifica, pure Israele deve compiere un passo indietro.

Gli errori di Israele: dalla Guerra dei Sei Giorni ad oggi

Se si deve trovare un’origine sugli errori di Israele nell’approccio a trovare un compromesso con la Palestina, c’è una data ben precisa: 5 giugno 1967. La coalizione guidata dall’Egitto di Nasser spalleggiato da Siria e Giordania attacca di nuovo lo Stato d’Israele, che però in meno di una settimana riesce a respingere gli invasori ovunque. E’ la cosiddetta Guerra dei Sei Giorni, dopo la quale addirittura l’esercito israeliano occupa territori non facenti parte del suo territorio in maniera perenne.

Tank israeliani in azione durante la Guerra dei Sei Giorni, il conflitto che ha cambiato per sempre il teatro del Medioriente

Ad ovest occupa tutta la penisola del Sinai, giungendo fino al Canale di Suez, mentre ad est entra (senza più uscirne) nei territori Palestinesi della Cisgiordania e delle Alture del Golan. Da qui, inizia una lenta e costante occupazione dei territori mediante la costruzione di insediamenti di abitanti israeliani che non si è mai interrotta.

Tale occupazione dei territori palestinesi ha però visto un ulteriore intensificazione dall’arrivo al governo di Tel Aviv di Benjamin Netanyahu. L’attuale Premier esponente della destra israeliana per nulla concorde alla creazione di uno Stato Palestinese, ha da sempre sostenuto la politica inaugurata sin dal ’67. Di continuo si costruiscono villaggi per gli israeliani e si sfrattano le famiglie arabe, che ora per la disperazione si rivolgono ad Hamas.

 

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Il primo degli errori di Israele è stata l’occupazione della West Bank e della Striscia di Gaza durante la Guerra dei Sei giorni

Uno dei punti più di attrito che si è toccato è stato tra il 2008 ed il 2009 con l’operazione Piombo Fuso, durata poco meno di un mese ma dall’impatto molto duro. In quei giorni difficili tra le due entità territoriali (una delle quali totalmente circondata da un doppio muro di filo spinato e regolata da pochi varchi) Israele colpisce punti di accesso ai tunnel sotterranei di collegamento con l’Egitto per interrompere rifornimenti di armi.

La distruzione dei tunnel nella zona Sud della Striscia di Gaza (dove questi sarebbero collegati direttamente con l’Egitto), ha costato la vita a decine di civili, poiché tali accessi si trovavano in prossimità di luoghi di aggregazione come piazze, mercati, scuole ed attività. L’operazione Piombo fuso è stata giudicata da Hamas come il massacro di Gaza.

Gli errori di Israele come causa indiretta degli attacchi del 7 ottobre

Gli errori di Israele, che nel corso degli anni ha consolidato la propria presenza con l’occupazione dei territori della Cisgiordania, possono aver indubbiamente contribuito ad un attacco così preparato da parte di Hamas. Come si era parlato nelle scorse settimane, un altro dei principali errori di Israele è stata la sottovalutazione del nemico.

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Gli errori di Israele: le responsabilità di Netanyahu

In questo ha molte responsabilità il Premier Benjamin Netanyahu. Ampiamente criticato da una buona fetta dell’opinione pubblica israeliana, la crisi scoppiata il 7 ottobre è la dimostrazione del fallimento della sua politica oppressiva verso la popolazione civile palestinese nei territori occupati.

Quando a Tel Aviv ci sarà un governo più moderato ed incline a scendere a un compromesso con l’Autorità Nazionale Palestinese (a patto che questa riassuma un ruolo di primo piano con l’isolamento di Hamas), solo allora forse si potrà tornare a sedere ad un tavolo.

Conclusioni tutti gli errori di Israele dal 1967 ad oggi

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