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James Joyce,100 anni dalla pubblicazione dell’Ulisse

100 anni fa  James Joyce, pubblicava l’Ulisse

Cento anni fa, il 2 Febbraio 1922, James Joyce, il celebre scrittore irlandese, pubblicava l’Ulisse. Lui, forse più di tutti ha segnato la contemporaneità in particolar modo con la sua opera più nota, l’Ulisse.

Romanzo monumentale che ha rappresentato la definitiva rottura con l’oggettività naturalista trasferendo in letteratura quel nuovo sistema di coordinate umane inaugurate nel ‘900 dalla relatività di Einstein e dalla psicanalisi di Freud. A 100 anni dalla pubblicazione dell’Ulisse di James Joyce, lo ricordiamo in quest’articolo.

Anticonformista, indebitato fino al collo, avvezzo all’alcool, la sua vita è stata una vera e propria odissea. Da quella Dublino da lui stesso tanto decantata e criticata all’esilio all’estero (Trieste, Roma, Parigi, Zurigo). Senza mai un attimo di tregua, riempiendo in continuazione pagine che avrebbero fatto la storia della letteratura. Sono passati 80 anni dalla morte di James Joyce, ma noi non smettiamo di ricordare lui e le sue celebri opere.

James Joyce, a 100 anni dalla pubblicazione dell’Ulisse

James era il primogenito di una numerosa famiglia della buona società irlandese, di forte tradizione cattolica e nazionalista che lo iscrisse nei migliori collegi cattolici della città.

Le condizioni della famiglia andarono peggiorando, fino ad arrivare a uno stato di assoluta povertà dopo la morte della madre (1903). L’educazione gesuitica influenzò la sua formazione, tanto da provocare in lui una temporanea vocazione sacerdotale, presto abbandonata. La morte di James Joyce non era inaspettata: ne parleremo, ma soffriva di un grave tipo di depressione.

Dopo la pubblicazione dei primi lavori letterari, ancora all’università, conobbe Yeats ed ebbe uno scambio epistolare con Ibsen. Dopo la laurea, spinto dal vago proposito di studiare medicina alla Sorbona, trascorse un breve periodo a Parigi, dove approfondì anche le sue nozioni di scienze naturali; fra i suoi interessi principali rimaneva comunque la letteratura.

Ritornato a Dublino, lavorò per un periodo come insegnante privato. Nel 1904 sposò Nora Barnacle (che gli rimase accanto tutta la vita, dandogli due figli, Giorgio e Lucia). Dopodiché lasciò definitivamente l’Irlanda. Trasferitosi prima a Pola e, l’anno seguente, a Trieste – dove rimase (salvo una breve parentesi romana fra il 1906 e il 1907) fino al 1915 – insegnò sempre alla Berlitz e in altri istituti.

Nel frattempo nasceva l’amicizia con Italo Svevo. La guerra lo costrinse a lasciare Trieste per Zurigo, dove soggiornò fino alla fine del conflitto entrando in contatto con Pound e intrecciando molte amicizie. Prima della morte di James Joyce, nel 1920 si trasferì a Parigi, dove rimase vent’anni, frequentando Valéry-Larbaud, Aragon, Eluard, Th.S. Eliot, Hemingway, Fitzgerald, Beckett.

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La morte di James Joyce: la depressione, la malattia di sua figlia

La storia della morte di  James Joyce inizia molti anni prima, dopo la conclusione dell’ultima stesura dell’Ulisse. Nel 1921, infatti, l’Ulisse che fu pubblicato  presso la minuscola ma leggendaria libreria-casa editrice Shakespeare and Company, dell’americana Sylvia Beach il 2 febbraio 1922.

L’anno successivo, Joyce iniziò la stesura di ‘Finnegans Wake’ che occupò i successivi sedici anni della sua vita, fino al 1939. Durante i primi anni di matrimonio Lucia, sua figlia, manifesterà i primi sintomi di schizofrenia. Lucia divenne la musa di Joyce nella stesura di ‘Finnegans Wake’, e Joyce stesso cercherà di tenerla con sé il più possibile.

Dopo l’uscita di ‘Finnegans wake’, tutte le critiche ricevute aggravano la depressione di James. Si sottopose anche a nuovi interventi oculistici per l’insorgenza del glaucoma. Gli occhi di James Joyce saranno un problema per tutta la vita del celebre romanziere.

Nel 1940, prima della sua morte, James Joyce si trasferì a Zurigo, dove l’11 gennaio 1941 venne operato per un’ulcera duodenale. Il giorno successivo entrò in coma e morì alle due del mattino del 13 gennaio 1941. Il suo corpo fu cremato e le sue ceneri trasportate al cimitero di Fluntern, città svizzera. Lucia morì nel 1982 in un ospedale a Northampton, in Inghilterra, dove aveva trascorso gran parte della vita.

James Joyce, a 80 anni dalla sua morte ricordiamo le sue opere più importanti

Come l’uomo Joyce evade dall’Irlanda prigioniera della meschinità di spirito e dal puritanesimo, così la sua opera partendo dal più intimo e semplice dei lirismi si espande via via nel più vasto registro enciclopedico.

‘Gente di Dublino’, pubblicata nel 1914, è una raccolta di quindici novelle, di cui ciascuna mette in scena l’universo interiore di un abitante della città, passa dalla prima alla terza persona come se il libro volesse illustrare lo sviluppo della vita immaginaria di Joyce, dal drammatico al mitico, passando per l’epico.

‘Dedalus’, ritratto dell’artista da giovane, che si apre in modo lirico e soggettivo, descrive in una serie di quadri narrativi discontinui l’evoluzione di Stephen Dedalus. Si tratta di una ricerca d’identità. Una giovane donna sulla spiaggia al crepuscolo è l’ultima visione che dà all’eroe l’intuizione delle possibilità dell’arte di oltrepassare la meschinità ed il soffocamento che la religione rappresenta per lui e per il suo Paese.

Infine, parliaomo di ‘Ulisse’, la più grandiosa opera di James Joyce nonostante non sia la più letta. Probabilmente perché il linguaggio di quest’opera è molto complicato.

Ambientato nel corso di un giorno, il 16 giugno 1904, il lettore segue una giornata nella vita di Leopold Bloom e sperimenta i vari incontri che ha con alcuni degli altri abitanti di Dublino. Modellando ‘Ulisse’ sull’Odissea di Omero , Joyce crea un senso dell’epica e trasforma il viaggio di Bloom attraverso la Dublino contemporanea e mondana in una delle proporzioni mitiche.

Mentre nessuno descriverà Ulisse come un libro facile da leggere, o addirittura comprendere, molte persone da tutto il mondo sono attratte dalle sue complessità, sottigliezza e struttura unica di flusso di coscienza. Bloomsday, una celebrazione internazionale della vita e delle opere di James Joyce, si tiene ogni 16 giugno, durante il quale molti dei momenti del romanzo sono rivissuti per le strade della Dublino moderna.

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