Dizionario Opera

Kaiser von Atlantis, Der

Ullmann, di origini cèche, si perfezionò con Arnold Schönberg tra il 1918 e il ’19, prima di lavorare come assistente di Alexander Zemlinsky a Praga (partecipando tra l’altro alla preparazione dei Gurrelieder nel 1921) e di diventare, nel ’27, primo direttore del teatro di Aussig. Trasferitosi per qualche anno a Stoccarda quale seguace di Rudolf Steiner, dal 1933 visse di nuovo a Praga, avvicinandosi ad Alois Hába e al suo metodo di composizione basato sui quarti di tono, e svolgendo inoltre attività didattica e giornalistica. Sorpreso dall’occupazione nazista della Cecoslovacchia nel 1939, tre anni più tardi venne deportato a Theresienstadt (oggi Terezín). Nel campo di concentramento, nonostante tutto, riuscì a comporre e a organizzare concerti, ma le prove di Der Kaiser von Atlantis oder Der Tod dankt ab (L’imperatore di Atlantis o L’abdicazione della morte), iniziate in condizioni disperate nel settembre 1944, a causa delle deportazioni ad Auschwitz di alcuni musicisti partecipanti e delle evidenti allusioni alla situazione politica contenutevi, non giunsero a buon fine, sicché l’opera venne rappresentata solo postuma, a distanza di trentun’anni dalla morte dell’autore, scomparso anch’egli ad Auschwitz nell’ottobre 1944. Der Kaiser von Atlantis nello scorso ventennio è stato rappresentato in vari paesi europei e americani e in Israele; una delle ultime produzioni di rilievo è stata quella curata dalla Bayerische Staatsoper nel Cuvilliéstheater di Monaco di Baviera (stagione 1992-93).

L’altoparlante rende noto che i vivi non ridono più e i morenti non muoiono più: è iniziata una grande guerra di tutti contro tutti, proclamata dall’imperatore. Pierrot, incarnazione della vita, disperato perché vede solo l’orrore intorno a sé, vorrebbe morire, ma la morte non glielo permette: si sente strumentalizzata dal conflitto e non fa più morire nessuno, né in guerra, né a causa di malattie. Visto il perdurare della desolazione, la morte acconsente però a far morire di nuovo gli uomini, a condizione che l’imperatore si dichiari d’accordo, cosa che infine avviene.

Autore di pagine pianistiche e cameristiche e di musica sinfonica, il compositore ha affrontato vari libretti (tra cui Peer Gynt , da Ibsen, e Der zerbrochene Krug , ‘La brocca rotta’, da Kleist), ma la sua partitura più nota è l’opera da camera Der Kaiser von Atlantis , completata nel 1943. Le particolari e drammatiche condizioni di vita di Theresienstadt avevano costretto Ullmann a impiegare un organico ridotto (sette cantanti e un ensemble strumentale di medie dimensioni), ma ciò nonostante si intuisce la mano dell’esperto autore teatrale: recitativi, arie, duetti e vari numeri di danza si susseguono in uno stile piuttosto eclettico, con più di un’eco di Weill, citazioni dalla sinfonia Asrael di Josef Suk e del corale ‘Ein feste Burg ist unser Gott’, ma non privo di coerenza. Ullmann si colloca nel solco della seconda scuola di Vienna, il cui espressionismo ha trovato nel compositore cèco un rappresentante significativo, ingiustamente dimenticato per decenni e solo recentemente riproposto con una certa regolarità.

Type:

Leggenda in quattro scene

Author:

Viktor Ullmann (1898-1944)

Subject:

libretto di Peter Kien

First:

Amsterdam, Bellevue Theater, 16 dicembre 1975

Cast:

Kaiser Uberall [l’imperatore Dappertutto] (Bar), la Morte (B/Bar), Pierrot (T), un tamburino (Ms), un soldato (T), una ragazza (S), la voce dell’altoparlante (Bar)

Signature:

j.s.

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