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La Cina riapre e i contagi salgono

La Cina non sottoporrà più i viaggiatori internazionali alla quarantena aprendo di fatto le frontiere ma i contagi di Covid sono alle stelle

Alla fine, anche la Cina riapre dicendo basta con le super misure di prevenzione anti Covid-19 anche per i viaggi internazionali riaprendo di fatto i confini. Nel frattempo, i casi sono aumentati e la mancanza di trasparenza spaventa gli esperti.

La Cina riapre

Dall’8 gennaio 2023 i viaggiatori internazionali non saranno più sottoposti alla quarantena obbligatoria. Lo ha annunciato ieri la Commissione Sanitaria Nazionale dopo poche settimane di ulteriori riaperture e rilassamenti della politica Zero-Covid. Per il momento, come riportato da Reuters, i viaggiatori cinesi non si stanno affrettando a partire già da gennaio e quindi ci vorrà ancora qualche mese per vedere dei dati ai livelli pre pandemia. Gli esperti del settore turistico dicono che solo con l’estate 2023 si potrà fare un vero paragone.

La Cina, inoltre, declasserà il Covid alla Categoria B da quella A del sistema di classificazione nazionale delle malattie. Così facendo, le autorità non sanno più autorizzate a mettere in quarantena i contagiati, i contatti stetti e a mettere sotto lockdown città e regioni intere.

L’aumento dei contagi e le preoccupazioni

La riapertura interna ed estera ha però voluto dire un aumento incontrollato dei contagi e un aumento delle persone in terapia intensiva. I morti invece, nella maggior parte ultra sessantenni non vaccinati, sono pochissimi perché la variante Omicron è meno “feroce” delle precedenti.

L’OMS negli ultimi report sulla pandemia non ha ricevuto i dati dalla Cina e molti esperti temono che il governo di Pechino stia nascondendo i veri dati sull’estensione di quest’ultima ondata. Molti sostengono che il numero dei morti sarà considerevole finché la popolazione cinese non raggiunge l’immunità da vaccino o da contagio. Poco prima di Natale anche il segretario di Stato USA Anthony Blinken si è lamentato della scarsa trasparenza con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.

In assenza di dati è difficile tenere traccia dello sviluppo del virus. “Non possono non comunicare i loro numeri. In questo modo non siamo in grado di capire quello che sta succedendo ed adottare eventuali strategie”, dice l’epidemiologo Massimo Ciccozzi intervistato da La Repubblica.

“Per ora abbiamo sempre visto l’evoluzione fare un passo avanti e non indietro. Il coronavirus è diventato via via più contagioso ma allo stesso tempo meno capace di fare danni. Come ormai sappiamo bene, Omicron 5 non scende nelle basse vie respiratorie ma si ferma in quelle alte, provocando patologie meno gravi di un tempo”.

Il problema è che se il virus circola in Cina che ha una popolazione di 1.4 miliardi senza controllo statistico può mutare in una variante più aggressiva e potente. Ora che le frontiere sono riaperte c’è il potenziale rischio che questa ipotetica nuova variante possa viaggiare indisturbata per il mondo.

 

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Foto di copertina: Reuters

 

Editor: Lorenzo Bossola

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