Moda

La famiglia Maramotti sostiene in Whitney Museum di Renzo Piano

C’è chi sostiene l’arte italiana e chi decide di crearsi network internazionali. Succede alle imprese che sostengono la cultura perché, diciamocelo apertamente, quando un’azienda investe in settori senza un immediato ritorno economico lo fa prevalentemente per l’immagine.

La famiglia Maramotti, della casa di moda Max Mara, è legatissima all’arte contemporanea da decenni e ha aperto il suo museo/collezione a Reggio Emilia dove propone anche mostre temporanee, un parco con sculture e una biblioteca.

Ma il suo supporto va anche a istituzioni fuori confine, e nello specifico negli Stati Uniti. Sarà infatti tra gli sponsor del prossimo grand opening del Whitney Museum, che aprirà nel Meatpacking District di Manahattan nel 2015 in un edificio firmato da Renzo Piano.

Lo scorso maggio i Maramotti sono stati premiati con l’“American Art Award”, consegnato ormai da 23 anni dal Whitney Museum ai singoli o alle organizzazioni che maggiormente hanno sostenuto il settore artistico e culturale americano.
C’è un’attinenza con il mercato in quanto nel 2013 il gruppo è cresciuto del 40% negli Stati Uniti, quarto mercato dopo Europa, Cina e Giappone. Per questo,un po’ maliziosamente, ci sentiamo di dedurre che il sostegno alla cultura statunitense serva al marchio per aumentare la reputation lì dove i ricavi sono maggiori.
Ma non potrebbe scegliere di rafforzarsi sul mercato italiano, con un rilancio di immagine e un contributo per la cultura nostrana sempre sofferente?

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