Mitoraj
Arte

Le grandi statue di Mitoraj incontrano Pompei 2016

Eroi mitologici di bronzo e antiche rovine archeologiche dialogano in magico accostamento. Stregando i visitatori di

Mitoraj a Pompei

Il faccione spezzato di Tindaro (1997) evoca uno dei miti più suggestivi del mondo classico. Parliamo del potente re di Sparta, padre della bella Elena, la donna per cui si scatenò la guerra di Troia.

Ma ci sono anche Icaro, il temerario eroe del volo, celebrato in numerose statue, bronzi mutili di testa e braccia di dimensioni poderose, oltre tre metri e mezzo. Il Centauro, un bronzo modellato nelle forme metà umane e metà equine della figura mitologica greca, simbolo di grossolanità e forza bruta.  E Dedalo, Egeo, Eros alato che non riesce a spiccare il volo.

Miti muscolosi, ma impediti nel movimento, i volti bendati, gli occhi accecati. Sono gli eroi in negativo della classicità, una trentina di statue di Igor Mitoraj, il grande scultore di origine polacca residente a Pietrasanta, scomparso nel 2014 a 70 anni.

Le creature in bronzo, il materiale preferito da Mitoraj – perché duttile, cangiante, duro e insieme malleabile, più del divino marmo bianco di Michelangelo – sfilano silenziose e superbe nella loro ieratica bellezza tra i reperti spettacolari di Pompei, il sito archeologico più visitato del mondo (Mitoraj a Pompei. Scavi archeologici di Pompei, fino all’8 gennaio 2016. Info: tel. 081 8575111).

Mirabile anche l’allestimento, che invita a un confronto diretto e inevitabile tra l’idea di Bellezza assoluta di ieri e quella di oggi, contaminata dal Destino, richiamando i visitatori tra luoghi e le architetture tornate a splendere dopo il restauro ultimato negli ultimi mesi:

ecco, sfavillanti di mosaici, i pavimenti in cocciopesto ripuliti dalle erbacce, gli antichi Fori, la Basilica, il Tempio di Venere e il Teatro, ecco la Domus su due piani vicina all’Orto Botanico.

Le sculture di Mitoraj erano già state esposte di fronte al British Museum di Londra, ai Giardini delle Tuileries a Parigi e ai Mercati Traiani di Roma, ma senza mai raggiungere l’incanto e la sensazione palpabile di un genius loci gentile e ben disposto che si percepisce a Pompei.

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