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Le plusvalenze drogano i bilanci delle società di calcio: il caso Juventus

Juventus, le plusvalenze nel mirino si allargano: nuova inchiesta della Covisoc

Juventus sotto torchio per decine di plusvalenze. I bilanci delle società di calcio di Serie A, già in difficoltà prima della pandemia, dopo il Covid sono andati di male in peggio. Alcune proprietà, come la famiglia Agnelli e i Friedkin, hanno deliberato di recente un aumento di capitale.

I bianconeri, già sotto la lente d’ingrandimento della Consob, ora sono ora nel mirino delle istituzioni del calcio per via di ulteriori plusvalenze fittizie. Secondo la Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle società di calcio), la Juventus avrebbe effettuato ben 42 di 62 plusvalenze su giovani calciatori sospette. Fra le decine di operazioni raffigurano nomi anche pesanti, come lo scambio Arthur-Pjanic e Cancelo.

La Juventus post-covid: tra plusvalenze sospette e aumenti di capitale

Qualche settimana fa, il CdA della Juventus ha approvato un aumento di capitale di circa €400 milioni. Il bilancio dei bianconeri per la stagione 2020-21 registrava infatti un profondo rosso. In estate, la cessione di Cristiano Ronaldo ha alleggerito ulteriormente le voci di spesa della Vecchia Signora.

Ma allora a cosa sono servite quelle decine di plusvalenze? Di ben 42 operazioni sospette fatte dai bianconeri, ben 21 insieme sommano 90 milioni. La Repubblica fa notare comunque che le plusvalenze appartengono all’era pre-covid per far sì che nei bilanci non ci fossero grandi perdite. La pandemia ha fatto sì che il Fair play finanziario si ammorbidisse per “spalmare” le perdite su più esercizi di bilancio. Dunque, oggi fare plusvalenze non conviene più a nessuno.

Plusvalenze farlocche: la Covisoc incarica un procuratore federale

Il caso delle plusvalenze che vede i bianconeri tra quelli più coinvolti che sta facendo discutere ha messo la FIGC, su richiesta di Covisoc, nell’ottica di incaricare un suo procuratore federale per vederci meglio. Il soggetto, tale Giuseppe Chinè, ha ricevuto l’incarico dal numero 1 Gravina.

Questo ennesimo caso, unito al sempre più grande strapotere dei procuratori sportivi, fa parte di un calcio post-pandemia con le ossa rotte (finanziariamente parlando). Una consistente fetta di appassionati sta pensando che forse è meglio cambiare rotta. O si attua una riforma seria che vada in direzione di una sostenibilità economico-finanziaria, oppure questo sistema rischia di implodere su sé stesso.

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Giuseppe Chinè, il procuratore federale incaricato per indagare meglio sul sistema in cui la Juventus è coinvolta.

 

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