Mame Moda: Le sirene di Vionnet si perdono alla MFW18/19
Moda

LE SIRENE DI VIONNET SI PERDONO ALLA MFW18/19

Per la collezione autunno/inverno Vionnet si ispira al mondo sottomarino.

A questa fashion week Goga Ashkenazi, proprietaria e direttrice creativa di Vionnet, porta in passerella un racconto giapponese del XVII secolo. La storia in questione parla della metamorfosi di una sirena che tanto fa per diventare umana, ma, spaventa, ritorna nell’oceano. Solo dopo varie peripezie, accetta il suo desiderio di esser donna, vivendo per sempre felice e contenta. Per questa sfilata autunno/inverno della maison, non poteva esserci location migliore dell’Acquario Civico di Milano.

Le modelle-sirena di Vionnet emergono dalle oscurità oceaniche.

A fare da scenografia allo show di Vionnet, una serie di grandi acquari retroilluminati, pieni di molte delle più incredibili creature marine. I primi outfit sono inaspettati, promettenti, magici. Portano gli spettatori negli abissi più profondi, senza perdere in alcun modo il tocco glamour tipico della Maison francese. Un lungo abito in leggera organza, monospalla e stampato, si addice tanto ad una sirena, quanto al red carpet. Le trasparenze, che giocano con il tema delle alghe fluttuanti, si alternano a lunghi abiti da sera drappeggiati. Qui è chiaro l’omaggio alle creazioni della storica fondatrice del brand, Madeleine Vionnet.

Poi, la sorpresa.

Il brand fa sfilare in passerella teddy coats, pantaloni anni ’80, spolverini, parka stampati su leggings in lycra. Persino una grossa giacca in montone che più si addice allo stile biker. Pezzi non solo estranei a questa collezione 2018/19, ma lontani dalla stessa immagine del brand. Vionnet, infatti, è da sempre stato un marchio di Couture.

La giovane Goga Ashkenazi, unicum nella moda contemporanea, sembra un po’ sperduta e spaventata, come la sirena che vuole tornare nell’oceano. Bella, ricca, appassionata, tenta di modernizzare il brand, forse in maniera troppo forzata. Il nuovo è il benvenuto, ma l’identità di Vionnet non può permettersi di perdere i suoi key elements.

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