Madama Butterfly di Puccini su Rai 5: storia, trama e curiosità
Madama Butterfly in prima serata su Rai5. La storia e le curiosità di una delle opere più tormentate di Giacomo Puccini
La Madama Butterfly di Giacomo Puccini su Rai 5, mercoledì 14 settembre. Si tratta di una una delle storie di amore e sangue più amate nella storia dell’Opera. Appuntamento alle 10.00.
Quello che vedremo in tv è l’allestimento del 2004 firmato da Keita Asari con la direzione musicale di Bruno Bartoletti. Protagonista Adina Nitescu, accanto a lei Roberto Aronica, Alexandru Agache, Elena Cassian e Fabio Capitanucci. Regia televisiva a cura di Fausto Dall’Olio.
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Madama Butterfly in prima serata Rai 5: trama
Un tempo la parola ‘melodramma‘ era strettamente legato al nome di Giacomo Puccini. Oggi la drammatica storia della geisha Cio Cio San, come tutte le grandi donne raccontate (passive) da Puccini, è una delle figure più grandi e iconiche della lirica ottocentesca.
Puccini trae la sua storia dall’opera del drammaturgo americano David Benasco. Al centro la vicenda c’è una ragazza giapponese di 15 anni, Cio-Cio-San, la quale, caduta in miseria, viene sedotta da un tenente di marina americano, Pinkerton. Egli per cento yen l’ottiene come sposa e geisha personale. La giovane, soprannominata ‘Butterfly’, avrà un figlio dal tenente, da cui verrà abbandonata per tornare negli Stati Uniti. Pinkerton tornerà in Giappone, con la sua nuova moglie americana, per riprendersi il figlio. L’epilogo sarà tragico.
Curiosità sulla Madama Butterfly
Uscito dal trionfale successo della Tosca, Puccini scrive la Madama Butterfly con il fido librettista Luigi Illica. Il tema della giovane sedotta, abbandonata e suicida era una vicenda umana nelle corde dell’artista, da sempre ‘crudele’ con le sue eroine (con parziale eccezione della regina Turandot ).
Puccini sceglie un’opera che ha nell’ambientazione esotica e orientale il suo forte. Infatti a fine ‘800 la borghesia europea era affascinata dai misteri e dai riti della cultura giapponese, importati nel vecchio continente sempre più spesso da viaggiatori, consoli e scrittori.
In ambito teatrale la voga si indovinava nel teatro leggero con The Mikado di Arthur Sullivan (1885) e The Geisha Sidney Jones (1896), ma ad influenzare Puccini fu soprattutto l’Iris di Mascagni, scritta qualche anno prima e accolta con successo da pubblico e critica.
La traumatica prima del 1904
La Butterfly debuttò il 17 febbraio 1904, proprio alla Scala di Milano. Nonostante l’ottimismo di Puccini e dei suoi collaboratori, la serata fu un completo disastro. Già al primo atto si susseguivano i colpi di tosse e i segni di impazienza dell’uditorio. Ad un tratto una voce dal loggione che protesta e viene seguita da un coro: “E’ la Boheme!, E’ la Boheme!“. Insomma, al pubblico la Butterfly pareva da subito una minestra riscaldata…
Fine del primo (lungo) atto: pochissimi applausi e molto, troppo, silenzio. C’è un forte clima di ostilità. Al secondo atto arrivano i primi sghignazzi per certe piccole imperfezioni nella messa in scena che sarebbero passate inosservate in mille altre rappresentazioni. Persino la leggendaria e magnetica aria ‘Un bel dì vedremo‘ viene accolta da proteste. L’incantesimo è rotto: la drammatica conclusione dell’opera non è seguita con lo spirito adatto dal pubblico, ormai con la testa altrove.
Le versioni:
Dopo il fallimento della prima milanese Puccini, dietro consiglio, decide di aumentare gli atti, da due a tre. Così mutata, Madama Butterfly approda dopo tre mesi al teatro Grande di Brescia e un anno dopo in America, dove riceverà il plauso del pubblico. Con la seconda versione l’opera viene alleggerita, depurata delle battute colonialiste di Pinkerton, vengono ridotti gli episodi ‘di colore’ ed aggiunta una romanza nel finale.
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