Cinema,  Spettacolo

MAKING A MURDERER È QUASI UNA QUESTIONE DI STATO

Ambientata fra New York e il Wisconsis, in un arco di temo di dieci anni è Making a Murderer. La nuova serie documentario, la seconda dopo Chef’s Table prodotta da Netflix, e lanciata negli USA il 18 dicembre scorso. Suddivisa in dieci episodi racconta le vicende di Steven Avery incarcerato dal 1985 al 2003  per un caso di stupro, accusa per il quale poi viene riconosciuto innocente. L’uomo proveniente da una famiglia malandata, fra le peggiori di Manitowoc, è già stato in galera per aver svaligiato un bar e per aver lanciato un gatto in un falò, dunque quando viene incriminato di violenza sessuale tutto pare nella norma. La notizia non colpisce nessuno.

Fino a quando le prove del DNA non lo scagionano, nel settembre del 2008, dopo diciott’anni in galera, Avery viene rilasciato per non aver compiuto il fatto. Con l’aiuto de Il Wisconsin Innocence Project chiede un risarcimento allo Stato per 36 milioni di dollari, ma la sua libertà dura molto poco. Nel 2005 ritorna dietro le sbarre con l’accusa di omicidio di primo grado per l’uccisione della fotografa Teresa Halbach. Dove attualmente si trova.

Come del resto viene raccontato nella serie dalle due documentariste Moira Demos e Laura Ricciardi che per “risolvere” il caso, trovare una risposta e poi trasportarla in pellicola, non si sono risparmiate: sono andate a parlare con gli abitanti di Manitowoc, hanno scandagliato ogni angolo, con la speranza di riportare in luce tutta la verità scegliendo il genere true-crime. Nulla di nuovo fin qui, se non per il risultato davvero senza precedenti. E non solo per il riscontro da parte della critica. Da qualche giorno, infatti, i fans della serie hanno lanciato una petizione su Change.org per chiedere a Barack Obama il rilascio di  Steven Avery e del nipote Brendan Dassey considerato suo complice. In poco tempo sono arrivate più di centomila adesioni, destinate a crescere, che si vanno a sommare alle altre diciottomila presentate direttamente a Washington. Le più importati, se entro il 16 gennaio si raggiungeranno le centomila firme il Presidente sarà costretto a rispondere alla questione.

Altro che show-documentario, Making a Murderer, potrebbe diventare una questione di Stato.

 

 

 

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!