Marco Aurelio
Statua bronzea a grandezza naturale (Musei Capitolini, Roma) dell’imperatore Marco Aurelio a cavallo, probabilmente realizzata durante il suo regno (161-80 a.C.). È l’unica statua equestre in bronzo dell’antichità giunta fino a noi (un’altra, il Regisole, sopravvisse a Pavia fino al 1797). Il Marco Aurelio è anche una delle poche famose statue antiche rimaste non sepolte e visibili dopo la caduta dell’Impero romano. Durante il medioevo si riteneva rappresentasse Costantino, il primo imperatore cristiano, e probabilmente ciò spiega il perché non sia stata distrutta. Con la storia della statua si può risalire all’incirca fino al X secolo, nonostante le prime informazioni siano piuttosto vaghe. Per secoli rimase davanti al Palazzo del Laterano a Roma e nel 1538 papa Paolo III (Alessandro Farnese) la fece trasferire sul Campidoglio, dove Michelangelo la rese punto focale della piazza che stava progettando, e ne ridisegnò il basamento. Rimase da allora all’aperto fino al 1981 quando, per preservarla dal danneggiamento dovuto all’inquinamento atmosferico, fu trasferita al Museo Capitolino. Una copia di uguale grandezza fu riposizionata nella piazza nel 1997; poiché la statua originale era troppo fragile per poterne realizzare un calco direttamente, la copia fu prodotta con l’aiuto di stampi ricavati da fotografie computerizzate. Dal XV secolo il Marco Aurelio è stata una delle sculture più copiate e riprodotte tra le opere antiche -in statuette, in incisioni e in altre forme; influenzò i due più celebri monumenti equestri del rinascimento (il Gattamelata di Donatello e il Colleoni di Verrocchio) e molti altri successivi. Tale influenza si è sempre manifestata più nei tratti generali che nello specifico, ma è decisamente precisa nelle due statue equestri di re Giorgio III d’Inghilterra dovute a Richard Westmacott (1818-22, Monument Place, Liverpool; 1824-30, Windsor Great Park, Berkshire).
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