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Michelangelo e la Cappella Sistina nei disegni autografi della Casa Buonarroti

Il 31 ottobre 1512 Giulio II della Rovere aveva organizzato in Vaticano un banchetto in onore dell’ambasciatore di Parma dopo il quale, il Papa, i suoi ospiti e 17 cardinali avrebbero assistito ad un evento atteso da ben quattro anni, i dipinti della Sistina finalmente sarebbero stati svelati; Michelangelo infatti nel 1508 aveva cominciato a dipingere la Volta della Cappella in gran segreto coprendo con un telone le impalcature, mettendo così la sua opera al riparo da qualsiasi sguardo.

Esattamente cinquecento anni dopo, il 31 ottobre 2012, nel ricordo di quella serata, presso la Biblioteca della Camera dei Deputatisi, si è inaugurata la mostra Michelangelo e la Cappella Sistina nei disegni autografi della Casa Buonarroti. In mostra si potranno ammirare i disegni preparatori ed il visitatore potrà scoprire il momento progettuale della decorazione della Cappella.

Sono esposte ventisei opere, tredici disegni della Volta, del Giudizio Universale realizzato ventiquattro anni dopo, e altrettante riproduzioni d’epoca, che  rappresentano i nudi e gli angeli senza ali che crearono scandalo e stupore tra i visitatori del tempo.

Inoltre, in mostra, è esposto l’unico progetto complessivo del Giudizio Universale sopravvissuto al rogo nel quale l’artista stesso, negli ultimi anni della sua vita, distrusse gran parte dei suoi disegni romani.

Michelangelo, “genio, ispirato, quasi estraneo e ostile al mondo”, aveva accettato con riluttanza l’incarico di dipingere la Volta poichè considerandosi più scultore che pittore  riteneva che la pittura fosse un’arte inferiore. Tuttavia si dedicò con dedizione alla realizzazione della sua opera lavorando  per ore sull’impalcatura, illuminato solo dalla luce delle candele, in  posizioni scomodissime , disteso, a “cervice riversa” o in piedi con le braccia sempre alzate e gli occhi fissi al soffitto mentre il colore continuava a colargli sul  volto, sopportando numerose sofferenza tanto che  la vista rimase gravemente compromessa. Proprio Michelangelo racconta di quegli immani sforzi  in un sonetto esposto in mostra, accanto al quale si è raffigurato egli stesso sdraiato nell’atto di dipingere la Volta.  L’artista aveva così trasformato quello che egli stesso definiva “il soffitto di un granaio” in un capolavoro senza precedenti.

La mostra sarà aperta fino al 7 dicembre.    

 

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