Milano Fashion Week 2024
Moda

Quali sono state le 5 sfilate più apprezzate e le 5 più criticate della Milano Fashion Week 2024?

La Milano Fashion Week 2024 si è chiusa nella mattinata di lunedì 26 febbraio, ma quali sono state le sfilate più apprezzate e quelle più criticate dal pubblico?

Milano Fashion Week 2024: le 5 sfilate più apprezzate

Quest’anno Milano ha ospitato 59 sfilate, di cui quattro virtuali e 55 fisiche, tenutesi dal 20 al 26 febbraio 2024. Ma tra queste quali sono state le sfilate più apprezzate dal pubblico di appassionati e addetti, soprattutto secondo i commenti sui social?

1. Ferragamo

Lo show di Ferragamo sembra essere stato uno dei più apprezzati dal pubblico, se non quello più gradito in assoluto.

Maximilian Davis ha deciso di proporre sulla passerella della Milano Fashion Week 2024 una collezione che evocasse la storia del marchio infondendole una fresca vitalità, in un perfetto connubio tra rigore e surrealismo. La palette colori utilizzata è stata una palette piuttosto desaturata, con una vasta abbondanza di shades di verde oliva, di marrone e bordeaux, spezzati in conclusione dall’introduzione del giallo canarino, che ricorda le origini caraibiche del direttore creativo.

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Il richiamo agli anni ’20 è piuttosto forte, in quanto troviamo il perfetto mix tra l’emancipazione femminile, con trasparenze, piume e paillettes, e soprabiti più strutturati, abbinati a calze molto coprenti, abbracciando l’estetica di un modo di vestire decisamente più maschile. Questo concept si unisce perfettamente alle divise dell’epoca e agli indumenti utilitaristici dei pescatori, tra cui gli altissimi stivali e le giacche in pelle lucida.

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Inoltre, possiamo affermare che a far parte della collezione autunno/inverno 2024/2025 di Ferragamo sia stato anche il vestito più apprezzato della prima Milano Fashion Week 2024: si tratta di un minidress a maniche lunghe, composto da 950 paillettes di pelle laminata applicate a mano in 19 ore di lavoro, le quali creano un effetto squama. Il colore riflettente e cangiante e la texture ci ricordano la magia delle sirene e delle loro meravigliose code, mischiato al velo cupo della pericolosità incantatrice di questi esseri, veicolato dal rosso scuro e fatale dell’abito.

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2. Bottega Veneta

La seconda sfilata più apprezzata durante la Milano Fashion Week 2024 sembra essere stata quella di Bottega Veneta, brand diretto da Matthieu Blazy.

La sfilata si è tenuta in una location particolare, quella di un arido deserto dai colori bruciati ed estremamente caldi, accompagnato dalla presenza di cactus in vetro, sparsi come fossero fiori cristallizzati che crescono anche in un territorio che sembra essere in apparenza sterile e privo di vita. Quello rappresentato da Blazy è un non-luogo, esterno dalla nostra realtà di tutti i giorni, visto un po’ come attraverso lo schermo che ci fa da intermediario ogni giorno. 

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Lo show ci dà l’impressione che a sfilare siano delle sculture fluttuanti, grazie all’inserimento di frange e alle eleganti silhouette dalle morbide geometrie. Nella collezione troviamo la predominanza della pelle, materia centrale per la maison, ma anche una vasta presenza di capi in lana e di completi classici.

Inoltre, le sedute in edizione limitata degli ospiti, delle casse LC14 di Cassina, sono state un tributo al celebre architetto Le Corbusier, che le ha disegnate.

3. Prada

La sfilata autunno/inverno 2024/2025 di Prada è stata una delle più discusse, amata dalla maggior parte degli appassionati, ma anche piuttosto criticata. La collezione ha proposto l’elaborazione di un pensiero piuttosto complesso e articolato, oltre che molto profondo, che non tutti sono stati in grado di cogliere fino in fondo.

Infatti, Miuccia Prada ha deciso di appoggiarsi all’influenza della storia per ideare i capi, con la proposta di design impreziositi dalla presenza di fiocchetti, ruches e balze, simbolo del rifiuto dell’età adulta, oltre che cliché di femminilità.

Questa tematica è stata ripresa anche dalla parte posteriore della maggior parte dei look, lasciata a metà, non terminata. Infatti, sono visibili le fodere sul retro, spesso di colori pastello, più giocosi e in contrasto con i colori più neutri dei completi, che riprendono la vibe di professionalità veicolata dalla collezione uomo, proposta a gennaio durante la Milano Fashion Week 2024 Menswear nello stesso set.

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I rimandi alla storia sono dunque molti, a partire dal richiamo dello stile degli anni ’40, che ritroviamo nelle divise, oltre che nella proposta degli item in stile lingerie in seta, mentre i fiocchi riprendono un trend degli anni ’60. Inoltre, sui bomber in pelle narrano l’inizio della storia della maison, riportando l’anno della fondazione, il 1913, periodo in cui Prada era focalizzato sulla pelletteria.

A celebrare l’heritage è anche l’utilizzo del nylon, tessuto distribuito dal 1935 e impiegato principalmente per scopi militari, nella creazione di divise e strumenti, tra cui corde e paracaduti.

In aggiunta, i capi della collezione ricordano espressamente gli abiti indossati dagli attori in Zona d’interesse, film pluripremiato che narra la vicenda di una famiglia che conduce una vita serena, in contrasto con l’orrore e la brutalità dell’adiacente Auschwitz. Insomma, per comprendere a pieno la collezione proposta da Prada durante la Milano Fashion Week 2024 è necessario sviscerare i differenti elementi dello storytelling, evitando di fermarsi alle apparenze e ai giudizi superficiali, in quanto l’obiettivo principale è di veicolare un profondo messaggio sociale, nonché politico.

4. Jil sander

Un’altra sfilata decisamente apprezzata è stata quella di proposta dal brand tedesco Jil Sander, fondato dall’omonima designer, conosciuta per il suo stile minimalista.

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In questo caso, la collezione ha visto un tripudio di colori, disposti “a blocchi”, abbinati a tagli sartoriali netti e a silhouettes piuttosto ampie, seppur strutturate. Notiamo anche la presenza di capispalla trapuntati, insieme alla proposta di scarpe dalla punta arrotondata e particolari pochettes a forma di “parrucca”.

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Insomma, le proposte di Jil Sander sono state l’incarnazione di un nuovo tipo di minimalismo che gioca con colore e forma, pur rimanendo estremamente eleganti e sofisticate.

5. Gucci

La seconda attesissima collezione womenswear di Sabato De Sarno per Gucci, durante la Milano Fashion Week 2024, sembra aver raccolto pareri molto contrastanti, com’era già accaduto in vista della settimana della moda di settembre, che ha visto il debutto del designer.

Con questa collezione il direttore creativo ha proposto una serie di sfumature di nero, verde lime, blu notte, grigio e variazioni di rosso, a cui fanno eccezione pizzi e i dettagli lingerie, le paillettes trasparenti degradé e le frange di cristalli, dove il colore rimane sempre protagonista.

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Milano Fashion Week 2024: le 5 sfilate più criticate

1. Avavav

La sfilata di Avavav è stata senza dubbio la più criticata della Milano Fashion Week 2024, non tanto per i look proposti, quanto più per l’organizzazione dello show: la designer aveva lo scopo di simulare la violenza degli haters online e del cyberbullismo, ma ciò che ha fatto più discutere gli spettatori è stato il modo in cui si è scelto di veicolare il messaggio.

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Oltre alla proiezione di commenti carichi d’odio ai lati della porta di ingresso, il pubblico ha lanciato lattine e pagine di giornali accartocciate addosso alle modelle e ai modelli per l’intera durata del breve show, ostacolando lo spazio della passerella e colpendoli direttamente, talvolta anche sul volto.

Insomma, inutile dire che, nonostante il messaggio fosse molto importante, siano state innumerevoli le persone che hanno trovato il gesto estremamente degradante e invadente nei confronti dei modelli, oltre che considerarlo una mera trovata per attirare l’attenzione su di sé e per lanciare maggiormente il proprio brand.

2. Blumarine

A essere stata criticata ferocemente è stata la collezione autunno/inverno 2024/2025 di Blumarine della Milano Fashion Week 2024, che aveva l’obiettivo di proporre un ritorno al mondo dell’infanzia, con la proposta di fiori anche in versione 3d di chiffon e pizzo, oltre ad altri dettagli femminili come balze, ruches e fiocchi. La palette colori è stata principalmente tenue, con una preferenza per i colori pastello, come rosa cipria e giallo chiaro, ma non sono mancate le abbondanti stampe animalier.

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Insomma, lo scopo del debutto Walter Chiapponi era quello di esprimere la libertà e le emozioni attraverso il vestire, anche grazie a un’atmosfera fiabesca e fantasiosa.

Ma le critiche non hanno tardato a farsi sentire: in molti hanno espresso il loro disappunto, sottolineando come il nuovo direttore creativo non abbia saputo abbracciare a pieno l’identità de brand, oltre a non averla saputa sviluppare a pieno. Il risultato è stato giudicato come messy, incasinato, senza una vasta scelta di proposte originali. Ma essendo solo il debutto di Chiapponi, è troppo presto per trarre conclusioni affrettate, non ci resta che aspettare di vedere cosa proporrà per le prossime collezioni.

3. Versace

A essere molto discussa è stata anche la sfilata di Versace, criticata per aver avuto un’impronta punk che ha messo da parte la sofisticatezza che ha caratterizzato le proposte più recenti della maison.

Sulla passerella della Milano Fashion Week 2024 si sono sperimentate lunghezze eccessive, come negli abiti blazer tempestati di paillettes e nei cappotti extra lunghi. Una gonna lunga con spacco e un micro smoking si uniscono per creare un look che sembra tagliato a metà, esemplificando come la decostruzione possa rendere il mondo formale decisamente sensuale.

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“Questa collezione ha un carattere ribelle e un cuore gentile. La donna ritratta è una brava ragazza, seppur con uno spirito selvaggio. È formale, ma sexy», spiega Donatella Versace. “L’uomo è la sua anima gemella, un timido genio. Infrangono le regole per crearne di nuove. Gli abiti prendono i codici della sartorialità contemporanea e li stravolgono con tagli, drappeggi e ornamenti. La collezione punta su linee pure, tessuti innovativi e una razionale indomabilità. Questi siamo noi. Questo è Versace!”.

Insomma, non è di certo stata la peggiore, ma una grande fetta di pubblico ha fatto sentire il proprio disappunto a riguardo.

4. Moschino

Anche Moschino ha visto il debutto del suo nuovo direttore creativo durante la Milano Fashion Week 2024, Adrian Appiolaza, che ha rivisitato quasi totalmente l’estetica de brand, nonostante non mancasse quel tocco di ironia e vitalità che ha da sempre firmato le proposte della maison.

Le particolarità della collezione sono stati sicuramente i dettagli giocosi, come quelli trompe l’oeil, tra cui la pochette a forma di baguette o quella a forma di rosetta, ispirate a un look realizzato nel 1984 da Franco Moschino, in cui gli ingredienti erano contenuti in una busta Esselunga. Troviamo anche una camicia con le bretelle stampate, insieme a divertenti dettagli tricolore o copricapi a forma di barchette di carta.

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A ritornare sono stati alcuni simboli già caratteristici del brand, come i pois e i punti di domanda di grandi dimensioni, insieme alle stampe che ricordano fogli di giornale, quelle che ricordano il cielo azzurro coperto da nuvole bianche e gli smile.

Nonostante le numerose critiche, che fanno principalmente leva sulla semplicità e sulle proposte “già viste”, è da tenere in considerazione il fatto che Appiolaza abbia avuto a disposizione solo poco più di un mese di tempo per la realizzazione dell’intera collezione, motivo per il quale il designer ha spiegato come questa debba essere considerata una “collezione zero”, più che il suo debutto vero e proprio presso la maison.

Insomma, non ci resta che attendere la proposta delle collezioni successive per trarre delle conclusioni più sicure a riguardo.

5. Dolce&Gabbana

Sorprende ritrovare uno dei colossi del fashion tra quelli più criticati, ma sono state piuttosto numerose le critiche rivolte a Dolce&Gabbana per la collezione proposta durante la Milano Fashion Week 2024. Il brand è stato criticato per le proposte “già viste”, oltre che l’abbondanza estrema dei dettagli lingerie, che secondo alcuni l’avrebbero reso quasi uno “show di lingerie”.

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In effetti, sono state numerose le proposte in cui i dettagli lingerie e le sensuali trasparenze, arricchite da ricami in pizzo, l’hanno fatta da padroni. Un altro tema centrale è stato lo smoking, il cui ruolo fondamentale è stato anche enfatizzato dalla canzone Murphy’s Law, riprodotta in sottofondo durante la sfilata.

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Conclusioni: queste sono le 5 sfilate più apprezzate e le 5 più criticate dal pubblico durante Milano Fashion Week 2024.

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